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Terrorismo, la foreign fighter Alice Brignoli va a processo con rito abbreviato

Alice Brignoli, la foreign fighter Italiana arrestata martedì 29 settembre in Siria dove era scappata con il marito e i figli nel 2015, ha scelto il rito abbreviato dopo che i pubblici ministeri del pool antiterrorismo Alberto Nobili e Francesco Cajani avevano ottenuto il rinvio a giudizio per l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Una volta tornata in Italia, la donna aveva ammesso le sue responsabilità definendo la sua partenza “un grosso errore e che lo Stato islamico in Siria non era il posto idilliaco che ci aspettavamo”.
A cura di Giorgia Venturini
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Alice Brignoli di ritorno in Italia dopo l'arresto insieme ai suoi quattro figli
Alice Brignoli di ritorno in Italia dopo l'arresto insieme ai suoi quattro figli

Ha scelto il rito abbreviato Alice Brignoli, la foreign fighter Italiana arrestata martedì 29 settembre in Siria dove era scappata con il marito e i figli nel 2015. La decisione della donna arriva dopo che i pubblici ministeri del pool antiterrorismo Alberto Nobili e Francesco Cajani avevano ottenuto il rinvio a giudizio per l'accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo: durante l'interrogatorio però la donna aveva ammesso di aver commesso "un grosso errore e che lo Stato islamico in Siria non era il posto idilliaco che ci aspettavamo". Alice Brignoli era scappata da Bulciago, nella Brianza lecchese, con il marito Mohamed Koraichi e i tre figli minorenni per unirsi ai combattenti dello Stato Islamico fino a quando lo scorso settembre era stata trovata in un campo profughi durante un'operazione dei carabinieri del Ros. La scelta di lasciare l'Italia però era stata rimpianto quasi subito dalla donna: "Siamo partiti cinque anni fa, rispondendo al richiamo di Al-Baghdadi, ma volevamo tornare indietro".

La famiglia aveva lasciato nel 2015 Lecco per raggiungere la Siria

La coppia, secondo quanto raccontato dalla donna al gip di Milano, aveva lasciato nel 2015 il paesino in provincia di Lecco perché aveva aderito a un appello video di Al Baghdadi per unirsi al Califfato. Sentendosi discriminati in quanto musulmani in Italia, hanno deciso di caricare bagagli e figli in macchina e guidare per cinque giorni verso la Siria. Qui però hanno trovato la guerra. Una volta sconfitto l'Isis, il destino della famiglia è finito nelle mani delle forze curde che hanno arrestato e rinchiuso in un carcere il marito, dove è morto a causa di una infezione lo scorso settembre, e hanno trasferito moglie e figli in un campo profughi di Al-Hol, nel Nord-Est della Siria.

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I quattro figli una volta in Italia sono stati affidati a una casa famiglia

La foreign fighter, 44 anni, nel suo primo interrogatorio davanti ai giudici italiani aveva ammesso le sue responsabilità agli inquirenti precisando anche però che i figli non erano stati addestrati secondo i principi del jihad. E ancora: al rientro in Italia, seppur si era proclamata di fede islamica, aveva anche dichiarato di non essere più radicalizzata. Intanto i bambini, oggi di 11, 9 e 7 anni, nati in Italia, più un quarto nato in Siria, al momento del ritrovamento erano stati trovati "molto spaventati, ma in buona salute", come aveva precisato a Fanpage.it il tenente colonnello Andrea Leo, comandante del Reparto anticrimine di Milano del Ros. Dopo poche ore il ritorno in Italia i minori erano già stati affidati alle cure di una casa famiglia, mentre la madre è finita in carcere.

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