Tentata strage a Milano con un cavo d’acciaio in mezzo a viale Toscana: “Erano in tre e ridevano”
"Erano in tre. Quando si sono allontanati ridevano e scherzavano". È il racconto del testimone che dalla finestra di casa propria, nella notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 gennaio intorno alle 2.20, ha assistito a una scena agghiacciante. Tre persone che sistemavano un grosso cavo d'acciaio in mezzo alle corsie di viale Toscana, direzione piazzale Lodi, a circa un metro e mezzo da terra, agganciandolo a un palo della segnaletica da una parte e all'albero vicino alla pensilina dell'autobus 91 dall'altra.
Una trappola mortale per ciclisti, automobilisti e motociclisti di passaggio, tempestivamente disinnescata dai Carabinieri grazie alla segnalazione del residente. "Ho sentito dei rumori giù in strada e mi sono affacciato", ha detto alle forze dell'ordine. "Ho visto tre persone. Ridevano, e si sono allontanati subito dopo aver teso il cavo". Una fuga durata pochissimo per uno dei tre, un 24enne residente in zona Porta Romana ora arrestato per strage e attentato alla sicurezza dei trasporti.
Ancora latitanti gli altri due complici, scappati in sella a uno scooter: proseguono così le indagini degli investigatori per dare un volto ai due fuggiaschi, che il 24enne ha dichiarato di aver agganciato sui social ma di non conoscere. "Volevamo solo divertirci, ci annoiavamo", le parole del giovane arrestato, che oltre alle generalità dei due complici non ha saputo nemmeno indicare dove avesse recuperato quel grosso cavo da cantiere. Al momento si trova recluso all'interno del carcere di San Vittore. "È stato un gioco, una cavolata".
Un folle gioco che poteva costare la vita a chiunque avesse avuto la sfortuna di passare da viale Toscana, pezzo di circonvallazione tra i più trafficati a Milano, in quel momento. Un pericolo che solo il pronto intervento delle forze dell'ordine, convocate dal residente, è riuscito a sventare. E la città in ferie, l'orario notturno. Poteva essere una strage sull'asfalto di Milano, per il sostituto procuratore. "Un fatto gravissimo".