Tentata estorsione da due milioni, indagato anche lo storico capo ultras dell’Inter
Tre blitz minatori in azienda, ognuno finalizzato a ottenere i soldi. Il primo a marzo, poi aprile e giugno del 2021. "Tu devi fare quello che ti diciamo noi, altrimenti ti ammazziamo". E ancora. "Fai il bravo, ti conviene". Sono queste le minacce che Enzo Costa, titolare di una ditta che si occupa di servizi di pulizie, si sarebbe sentito rivolgere, durante queste tre visite, da un gruppetto di persone che avrebbe tentato di estorcergli ben due milioni di euro. L'imprenditore, tra l'altro, nel 2014 era rimasto coinvolto nell'inchiesta sulla cupola per gli appalti Expo.
La tentata estorsione
Tre gli arresti: Ivan Turola, Gerardo Toto e Ezio Carnago. Uno di loro, Ivan Turola, rivendicava di aver fatto vincere alla Ferco di Costa una gara sui servizi di pulizie in Sicilia, e dunque di avere diritto a una sorta di "ricompensa". Più altri cinque indagati, tra cui un nome che negli ambienti malavitosi – e non solo – cittadini pesa parecchio: Vittorio Boiocchi, storico capo ultras della curva interista.
Il capo ultras nerazzurro
Sono di nuovo guai per l'ex leader della curva nerazzurra, che solo l'anno scorso si era fatto (nuovamente) arrestare insieme a Paolo Cambedda, veterano della mala milanese. Detenuto per quasi trent’anni, dal 1992 al 2018, Vittorio Boiocchi era appena tornato sugli spalti della Nord dopo una lunga condanna per narcotraffico, rapine e per i pericolosi legami con personaggi di spicco di Cosa Nostra e della mafia del Brenta. Ma nel marzo del 2021, era stato sorpreso mentre preparava un altro colpo insieme al complice. Fermati a bordo di una macchina rubata, nel bagagliaio custodivano un piccolo arsenale: una pistola calibro 38 modificata, munizioni, false pettorine della Guardia di Finanza, un binocolo, alcune manette e uno storditore elettrico.