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Tenta di uccidere la fidanzata di 21 anni con 14 coltellate: condannato a 13 anni di carcere

Michael Patellaro è stato condannato a 13 anni di reclusione per aver tentato, nell’ottobre del 2023, di uccidere la convivente Erika Dessi con 14 coltellate.
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Michael Patellaro
Michael Patellaro

Nella giornata di mercoledì 17 luglio, il Giudice dell'udienza preliminare di Como Elisabetta De Benedetto ha letto il dispositivo della sentenza di condanna nei confronti di Michael Patellaro, accusato di aver tentato di uccidere la sua fidanzata con 14 coltellate. Il venticinquenne è stato condannato a 13 anni di reclusione e al risarcimento previsionale di 60mila euro nei confronti di Erika Dessi, che si è costituita parte civile ed era presente nell'aula di tribunale.

Tenta di uccidere la fidanzata con 14 coltellate

I fatti risalgono allo scorso 12 ottobre. Quella sera i due, che convivevano, si trovavano all'interno della loro abitazione in via Nino Bixio, a Como. Improvvisamente Patellaro aveva raggiunto la fidanzata in camera da letto, mentre dormiva, e, con un coltello, l'aveva colpita ben 14 volte. La giovane donna ha riportato ferite al volto, al collo e nella parte superiore del corpo. Inoltre la lama le aveva sfiorato la colonna vertebrale e perforato un polmone.

Mentre la ventunenne giaceva ancora a terra, in una pozza di sangue, Patellaro è prima uscito di casa, nel tentativo di scappare. Poi è tornato sui suoi passi, ha fatto rientro in casa e ha contattato i soccorsi per chiedere aiuto. E proprio questa circostanza lo ha aiutata in fase processuale. Inoltre, dopo sei mesi dal suo arresto, l'uomo ha ammesso l'aggressione, anche se non ha mai voluto spiegarne i motivi.

Patellaro condannato a 13 anni di carcere

Il processo si è svolto con il rito abbreviato e quindi è stata direttamente la Gup di Como Elisabetta De Benedetto a emettere sentenza. Patellaro è stato condannato a 13 anni di reclusione, perché – oltre agli sgravi previsti dal rito processuale – gli è stata riconosciuta l'attenuante di aver provveduto a chiamare i soccorsi. Mentre la giudice non ha previsto ulteriori sconti di pena per la perizia psichiatrica, disposta dalla Procura della Repubblica. Il perito aveva infatti rilevato nell'imputato una personalità disturbata, soprattutto per diversi tratti  ossessiva. Tuttavia  nessuno di questi si poteva qualificare come vizio di mente.

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