Tenta di uccidere la compagna con 14 coltellate, la giudice: “Il manico si è rotto per la violenza dei colpi”
Michael Patellaro ha colpito almeno 14 volte "con violenza" e con fendenti "idonei a causare la morte" la sua ragazza, colta di sorpresa mentre dormiva nella loro abitazione in via Bixio a Como il 12 ottobre del 2023. Per questo motivo, lo scorso 17 luglio, la giudice dell'udienza preliminare Maria Elisabetta De Benedetto ha deciso di condannare il 26enne a 13 anni di carcere per tentato omicidio. La legale dell'imputato, l'avvocata Livia Zanetti, aveva provato a far valere in fatto che Patellaro, che si era allontanato dopo l'aggressione, era tornato sui suoi passi e aveva chiamato i soccorsi che hanno salvato la vita alla sua, ormai, ex compagna. Per la giudice, però, gli oltre 30 minuti trascorsi nel frattempo sono stati troppi.
Il manico del coltello rotto per la "violenza" dei colpi
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, la sera del 12 ottobre del 2023 Patellaro colpì la sua compagna con 14 coltellate mentre dormiva nella camera da letto. Il 26enne aveva usato un coltello il cui manico si era rotto, secondo la gup, per la "violenza" con la quale si era scagliato contro la ragazza. Come riportato da La Provincia di Como, il giovane l'aveva colpita in "rapida sequenza" e indirizzando i fendenti "verso organi vitali".
Per questo motivo, sostiene la gup nelle motivazioni che ha depositato in questi giorni in Tribunale, quei colpi erano tutti "idonei a causare la morte della compagna", cosa che non avvenne per "l'arrivo dei soccorsi".
La condanna per tentato omicidio
Patellaro, dopo aver colpito la ragazza, si era allontanato tentando di scappare. Circa mezz'ora più tardi, però, aveva cambiato idea e, tornato a casa, aveva dato l'allarme. La giovane era stata trasportata con la massima urgenza all'ospedale Sant'Anna di Como dove, dopo un lungo ricovero nel reparto di Terapia intensiva, i medici sono riusciti a salvarle la vita.
Secondo l'avvocata Zanetti, il ripensamento avrebbe dovuto essere preso in considerazione per la valutazione della pena e del capo d'accusa. La giudice, però, ha sottolineato che prima di chiamare i soccorsi "aveva cercato di pulire il sangue in camera da letto, poi vista la difficoltà nel farlo si era allontanato per fuggire". Erano passati, così, più di 30 minuti e in quel frangente aveva messo a repentaglio la vita della ragazza.
Alla fine, la gup ha valutato le attenuanti equivalenti alle aggravanti e condannato Patellaro a 13 anni di carcere. Sono state riconosciute le ammissioni, il comportamento processuale, la richiesta di scuse e il fatto che prima dell'accoltellamento era incensurato.