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Tenta di strangolare la moglie nel sonno, 60enne assolto perché sonnambulo

Un 60enne della provincia di Brescia è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio. In una notte del 2021 aveva messo le mani al collo della moglie, ma era preda di un attacco di sonnambulismo.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È stato assolto il 60enne di Braone (in provincia di Brescia) che la notte del 4 gennaio 2021 aveva stretto le mani al collo della moglie che stava dormendo. Come ha sempre sostenuto, l'uomo ha agito durante un episodio di sonnambulismo. La donna era riuscita a liberarsi mordendogli un dito e lui, subito dopo, tentò di togliersi la vita lanciandosi dalla finestra del loro appartamento al terzo piano di un condominio. Per i giudici, così come per la Procura, al momento dei fatti il 60enne "non era cosciente".

L'episodio di sonnambulismo

Era la notte tra il 3 e 4 gennaio 2021 quando l'operaio 60enne strinse le sue mani al collo della moglie che dormiva. "Ho pensato fossero entrati in casa i ladri", aveva raccontato la donna che solo in un secondo momento avrebbe poi riconosciuto il marito: "Era come in trance".

Nel tentativo di divincolarsi, la donna era riuscita a far allentare la presa del marito mordendogli un dito. Dopo essersi svegliato, l'uomo si era gettato dalla finestra. Una volta soccorso, i carabinieri della Compagnia di Breno lo avevano interrogato e poi indagato per il tentato omicidio della moglie.

Le perizie sul 60enne

Il gip aveva disposto una perizia sul 60enne, per capire se quando ha provato a strangolare la moglie fosse capace di intendere e di volere. Come ha poi riassunto il Flavio Masrototaro durante la sua requisitoria, riportata dal Corriere della Sera, l'uomo in quel momento "era sotto l’effetto di un evento legato al sonno, tanto da non proferire lamento quando fu morsicato". In sostanza, "non era cosciente".

Inoltre, nei confronti del 60enne non sussisterebbe nemmeno l'ipotesi di negligenza, ovvero di aver ignorato il disturbo del sonno, poiché l'ultimo episodio di sonnambulismo era capitato solo 18 anni prima. Per l'avvocata Maria Cristina Sandrini che difende il 60enne, comunque, poco importa se l'origine di quell'evento era patologico o fisiologico, il fatto è che "quella notte era totalmente alterato".

Per questo motivo, il 60enne è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato". La moglie non si era costituita parte civile al processo.

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