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Tendono un cavo d’acciaio in mezzo alla strada a Milano: rischiano al massimo 4 anni di carcere

Per due dei tre ragazzi che lo scorso giugno tesero un cavo d’acciaio in viale Toscana a Milano, rischiando di uccidere diverse persone, si avvicina l’udienza preliminare: uno ha chiesto il patteggiamento, l’altro il rito abbreviato.
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Nella notte fra il 3 e il 4 giungo scorso tre ragazzi, due maggiorenni e un minorenne, tesero un cavo d'acciaio che attraversava viale Toscana a Milano, una strada ampia e a scorrimento veloce. Subito dopo furono arrestati e, ora che si avvicina il processo, stanno avanzando, tramite gli avvocati, le loro richieste per vedersi ridurre la pena. Il 24enne Alex Baiocco, che ha già precedenti penali, ha chiesto il rito abbreviato per avere uno sconto di un terzo della pena prevista. Mentre il 18enne Michele Di Rosa, incensurato, sta tentando addirittura la strada del patteggiamento, che lo porterebbe a una condanna di 2 anni e mezzo. Il 17enne invece sarà giudicato dal Tribunale dei minorenni.

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Il prossimo 16 maggio sarà quindi la Giudice per le indagini preliminari Sonia Mancini a decidere il futuro di due dei tre ragazzi che la scorsa estate misero a repentaglio la vita di motociclisti e automobilisti milanesi tendendo un cavo d'acciaio una una delle strade più trafficate di Milano. Fortunatamente un ragazzo che abita lì in zona se n'è accorto e ha immediatamente chiamato i carabinieri, che si sono precipitati sul posto. Nel frattempo quella trappola stava per decapitare un motociclista e poi un'auto ha attraversato viale Toscana, ma la carrozzeria ha protetto a sufficienza il passeggero.

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Non ci sono quindi state vittime del folle gesto messo in atto da tre ragazzi che agli inquirenti dissero di averlo fatto perché "si annoiavano". Questo rende più favorevole la loro situazione giudiziaria: i due maggiorenni risponderanno infatti del reato di blocco stradale e non di tentata strage, come era stato inizialmente ipotizzato. I magistrati hanno infatti ritenuto che non ci fosse la volontà specifica di uccidere qualcuno, anche se ovviamente era un'evidente possibile conseguenza del loro gesto. Ma per l'imputazione ci vuole, appunto, il dolo specifico. È caduta anche l'accusa di furto del cavo, perché il cantiere da cui è stato sottratto non ha sporto denuncia.

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Insomma i due maggiorenni, uno ancora detenuto nel carcere di San Vittore, l'altro ai domiciliari già dallo scorso gennaio, potrebbero cavarsela con poco. Per questo il 24enne ha chiesto il rito abbreviato, che gli farebbe avere un sconto di un terzo della pena fissata in massimo 6 anni. Mentre il 18enne, incensurato, il patteggiamento a 2 anni e mezzo di reclusione. Probabilmente in casa. Mentre per il 17enne, attualmente ricoverato in una clinica psichiatrica, procederà il Tribunale dei minorenni.

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