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Tassista alza i prezzi delle corse e il Comune di Milano gli revoca la licenza, lui si giustifica: “C’è crisi”

Un tassista ha usato per diverso tempo la tecnica del filo azzurro per truccare il tassametro e alzare i prezzi delle corse. Il Comune di Milano gli ha revocato la licenza, provvedimento che è stato confermato anche dal Consiglio di Stato.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Il Comune di Milano ha revocato la licenza a un tassista che truccava il sensore odometrico del tassametro per far alzare il prezzo delle corse. Le prime segnalazioni risalivano al marzo del 2021, con alcuni clienti che lamentavano aumenti fino al 40 per cento per i tragitti di tutti i giorni. Il conducente dell'auto bianca ha poi ammesso di aver usato il filo azzurro per alterare il sensore, ma di averlo fatto perché il settore era "in crisi" e la sua famiglia era in difficoltà economiche. Dopo anni di ricorsi, il Consiglio di Stato ha reso definitivo il provvedimento ritenendo il comportamento del tassista come "doloso, sistematico e prolungato nel tempo".

Il tassametro truccato

Era il 23 marzo del 2021 quando la polizia locale, dietro diverse segnalazioni, hanno controllato l'auto del tassista. Sotto il tappetino dell'auto, i vigili hanno trovato un piccolo parallepipedo di colore nero collegato con alcuni fili al tassametro. Con quel sistema, il conducente poteva stabilire una velocità a priori, indipendente da quella reale del mezzo, alzando il costo della corsa. Gli bastava premere un tasto per azionare il meccanismo.

Come riporta Il Giorno, sei giorni più tardi la commissione del bacino aeroportuale lombardo gli ha notificato l'avvio del procedimento disciplinare e il tassametro manomesso viene affidato agli esperti della società Digitax e del Politecnico, che hanno verificato e accertato il funzionamento del sistema collegato con fili azzurri.

La revoca della licenza

Davanti alla commissione, il tassista ha ammesso quanto gli veniva contestato. Tuttavia, a sua discolpa, ha parlato della crisi che stava mettendo in ginocchio il settore e la sua stessa famiglia. Tuttavia, la commissione, nel provvedimento di revoca della licenza, ha sottolineato come il comportamento del tassista risaliva a un periodo precedente dalla vera crisi che ha colpito i tassisti durante il Covid-19.

Il tassista si è poi rivolto al Tar, che il 20 luglio 2022 gli ha dato torto. Infine al Consiglio di Stato, sostenendo che nel revocargli la licenza l'amministrazione non avrebbe tenuto conto che quello era "l'unico mezzo di sostentamento" suo e della sua famiglia. Per i giudici, però, il Comune non aveva altra scelta considerando le sue ammissioni e la sistematicità della pratica illegale.

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