Tanfo e odori molesti, cittadini costretti a barricarsi in casa: sequestrata fonderia a Travigliato
La Fonderia Montini di Travagliato, comune in provincia di Brescia, è stata posta sotto sequestro: nei giorni scorsi si erano susseguite diverse segnalazioni – circa una cinquantina – che lamentavano odori nauseanti e molesti. Dopo diversi sopralluoghi (venti in totale), la Procura nella giornata di sabato, 25 giugno, ha disposto la misura.
Per l'azienda, specializzata nella produzione di tombini di ghisa, si tratta di un sequestro probatorio che vuole accertare le cause di queste presunte molestie olfattive. Il provvedimento, come rende noto la stessa azienda, riguarda l'area dedicata allo stoccaggio del carbone e alla bocca di caricamento del forno. Il resto dell'impianto prosegue nella sua attività.
I cittadini costretti a vivere con le finestre chiuse
La disposizione, nasce a seguito delle segnalazioni di alcuni cittadini che lamentavano di dover essere costretti a vivere con le finestre chiuse proprio a causa degli odori molesti. Le proteste hanno una radice decennale: da anni infatti a ogni lamentela ha fatto seguito un controllo e un'ispezione da parte dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) e dei carabinieri. Già ad aprile 2020, la Provincia aveva deciso di sospendere temporaneamente l'attività produttiva: un provvedimento che poi, a seguito delle precisazioni della società, era stato ritirato.
Gli interventi della fonderia Montini
Prima che venisse attuato il provvedimento, l'azienda aveva previsto uno stop per alcune opere di manutenzione: interventi che continueranno proprio per – spiega ancora la società – garantire i livelli di funzionamento della fonderia "proseguendo l’importante e costoso investimento, iniziato tempo fa, volto a reperire ed applicare la miglior tecnologia disponibile sul mercato".
E sempre relativamente a quanto accaduto, la stessa – attraverso una nota stampa – ha precisato di aver operato negli anni sempre nella trasparenza: "Non soltanto nei confronti delle Autorità, ma anche nei riguardi della popolazione residente nell’intorno dei propri stabilimenti". A tal proposito, la Montini specifica di aver realizzato diversi interventi per "garantire la massima efficienza dell’impianto di Travagliato, anche e soprattutto sotto il profilo dell’impatto ambientale, con investimenti complessivi per circa 2 milioni di euro".
Il parere dell'Ats di Brescia
Sempre sulla questione odori molesti era stata interrogata anche l'Agenzia di tutela della salute (Ats) di Brescia che ha etichettato la ditta come "insalubre di prima classe" ai sensi del regio decreto del 1934. A seguito poi delle segnalazioni, gli ultimi sopralluoghi avevano visto l'intervento dei carabinieri del nucleo operativo ecologico. Considerata la notizia, l'avvocato che difende la società, Andrea Puccio, ha spiegato: "Preciso che la Procura non ha mai contestato il reato di inquinamento ambientale ma la contravvenzione per presunte molestie olfattive".
Le case costruite troppo vicino alla fonderia
Sempre da parte dell'azienda, ci sono state poi nuove precisazioni. Specifiche che erano già arrivate la scorsa estate in una altra nota stampa. La fonderia ha infatti ribadito che i problemi di convivenza tra lo stabilimento e i cittadini sono iniziati negli anni '90 "a seguito dell’autorizzazione rilasciata dal Comune, nonostante il parere contrario di Arpa, a costruire edifici residenziali nelle immediate vicinanze della fonderia, con dubbio rispetto degli standard di legge, problematica questa non attribuibile alla Montini spa".
A questo aspetto se ne aggiunge un altro: secondo la società "il Comune di Travagliato, che pure disponeva di tutti gli strumenti normativi funzionali a oggettivizzare la valutazione del grado di disturbo olfattivo connesso alle segnalazioni di presunte molestie ricevute negli anni, non ha mai concretamente attivato, o fattivamente perseguito tale percorso".