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Tabaccaio ruba gratta e vinci da 100.000 euro al cliente, è accusato di truffa aggravata

Un uomo di 46 anni e la compagna, titolare di un bar, sono accusati di truffa aggravata e ricettazione per aver rubato un gratta e vinci da 100.000 euro a un cliente dell’attività.
A cura di Filippo M. Capra
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È un venerdì mattina qualsiasi quello dell'11 giugno 2021. Come tutte le mattine, ormai da routine, un uomo di 59 anni entra nel bar di via Ripamonti alle 5.30 per fare colazione prima di andare a lavorare. Dopo aver preso un caffè e una brioche, si concede di tentare la sorte con un Gratta e vinci 50X. Due rapide sfregate con una monetina e la comparsa di un "2.000", la cifra in euro che doveva essere moltiplicata proprio per 50. Una vincita, insomma, di centomila euro. La conferma arriva da un amico a cui invia la foto per un'ulteriore verifica che gli dice che sono almeno 10.000.

Ruba Gratta e vinci da 100.000 euro

Preso dall'entusiasmo, il cliente dirige alla cassa dove il tabaccaio lo attende per provare a incassare la vincita. Cosa non possibile considerata l'ingente somma che, per legge, deve essere bonificata su un conto bancario. Il barista, un 46enne di origini cinesi, noto come Enzo, e compagno della titolare di dieci anni più giovane, non ci pensa due volte: estrae 10.000 euro in contanti, finge di sottrarne 2.200 per le imposte, e li consegna all'avventore. Questi, ricevuti i 7.800 euro, rimane basito dando il via alle proteste con il dipendente dell'attività. Enzo, allora, fingendo di non parlare bene l'italiano, gli spiega che deve accontentarsi di quella cifra e che "queste cose non si possono fare" motivo per cui non deve "avvisare nessuno". Così, il cliente 59enne lascia il bar per andare a lavoro ma 24 ore più tardi si ripresenta per riavere il suo gratta e vinci. A quel punto Enzo gli risponde di non esserne più in possesso perché l'ha ceduto ad un altro per la stessa somma di denaro, invitando il cliente a "non andare dai carabinieri altrimenti denunciano tutti e due".

Titolare e dipendente del bar accusati di ricettazione e truffa aggravata

Il 59enne decide di non dargli retta e si rivolge alle forze dell'ordine che, coordinate dal pubblico ministero Cristian Barilli, avviano le indagini. Dopo qualche settimana, gli inquirenti scoprono che il 14 luglio la titolare del bar ha validato il tagliando ricevendo il bonifico di 80.100 euro su un conto corrente aperto appena 48 ore prima dell'incasso. Nei giorni scorsi la Procura ha notificato a lei e a Enzo, il suo compagno, la chiusura delle indagini che fanno da preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. L'uomo è accusato di truffa aggravata mentre la compagna di ricettazione. Il gip Ileana Ramundo, lo scorso marzo, aveva disposto il sequestro preventivo della somma di denaro che verrà riconsegnata al legittimo proprietario una volta chiuso il procedimento penale.

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