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Svolta nel caso di Samuel Tamburini, la sorella: “Da sempre convinti che non sia scappato”

“Abbiamo provato a immaginare che strada lui a piedi potrebbe aver percorso, per arrivare fino a lì, ma non riusciamo a darci una spiegazione”: a quanto racconta a Fanpage.it la sorella di Samuel Tamburini, il 44enne scomparso due anni e mezzo fa da Monza e i cui effetti personali – insieme ad alcuni frammenti ossei – sono stati trovati in Trentino.
A cura di Ilaria Quattrone
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Samuel Tamburini è scomparso il 30 gennaio 2020 da Monza. Quel giorno ha preso un treno, si è fermato a Verona e poi da lì ha fatto perdere le sue tracce. Tra sabato 15 ottobre e domenica 16, nella frazione Saccone di Brentonico, in Trentino sono stati trovati alcuni effetti personali: il computer, il suo passaporto e un borsone.

Accanto a questi c'erano alcuni frammenti ossei che saranno analizzati. I risultati di questi test potranno fornire risposte alla famiglia che da due anni cerca di capire cosa possa essere successo al loro caro. Fin da subito, i fratelli e i genitori chiedevano di poter avere il tracciato delle celle telefoniche a cui si era agganciato il cellulare così da poter ricostruire il percorso di Samuel.

"Probabilmente anche con le celle non sarebbe cambiato il finale della storia perché sarebbe stato trovato lo stesso nella stessa situazione, ma magari ancora integro e questo e ci avrebbe risparmiato due anni e mezzo di angoscia", ha detto la sorella Gaia a Fanpage.it.

C'è un collegamento tra Samuel e il luogo in cui sono stati trovati i documenti e alcuni frammenti ossei?

Ce lo stiamo chiedendo anche noi. Noi siamo trentini. Mio papà e mio fratello abitano a Riva del Garda mentre mia madre vive a Monza. Samuel, all'epoca, si era trasferito momentaneamente da lei. Quella mattina è uscito da casa, ha preso il treno a Monza e non abbiamo più avuto sue notizie.

Dopo due anni e mezzo è stato ritrovato il suo borsone e gli effetti personali. Tra sabato e ieri sono stati trovati anche alcuni frammenti ossei.

Hai sempre sostenuto che non si sia trattato di un allontanamento volontario, perché?

No, per noi non lo è mai stato. Quando abbiamo presentato denuncia ai carabinieri, essendo un uomo adulto, è stata trattata come allontanamento volontario. Dopo qualche mese è stata trasformata in scomparsa.

Inizialmente quindi è stato molto difficile interagire con le forze dell’ordine perché trattando il suo caso come allontanamento volontario ci sono state negate, per motivi burocratici, la verifica delle celle telefoniche. Questo perché non c’era ipotesi di reato.

Nonostante questo, noi abbiamo continuato a insistere. Avevamo saputo che aveva percorso la strada verso Verona: lì infatti è stato fermato dalla Polizia ferroviaria. Non sapevamo che direzione potesse aver preso e per questo abbiamo chiesto più di una volta la verifica delle celle telefoniche.

Per noi quelle ci avrebbero condotto per lo meno nel luogo dove poi sono stati trovati i suoi effetti. Il cellulare lo ha spento il 30 gennaio e non lo ha più acceso. L’ultimo accesso è del 30 gennaio alle 18.43 e quello è un orario che mi sono segnata e che ho continuato a tenere vivo nella mia mente.

Probabilmente anche con le celle non sarebbe cambiato il finale della storia perché sarebbe stato trovato lo stesso nella stessa situazione, ma magari ancora integro e questo e ci avrebbe risparmiato due anni e mezzo di angoscia.

Secondo voi cosa può essere successo? 

Non lo sappiamo. È una domanda che ci facciamo tutti i giorni. Così come ci chiediamo perché era in quel bosco e cosa possa averlo spinto lì. Abbiamo provato a immaginare che strada potesse aver percorso a piedi, per arrivare fino a lì, ma non riusciamo a darci una spiegazione.

L'ultima volta che lo avete sentito, vi ha detto qualcosa di particolare? 

No, nulla. Poi una volta uscito da casa non lo abbiamo più sentito.

Nei post in cui chiedevi notizie su tuo fratello, facevi riferimento alla possibilità che potesse aver preso un treno per Monaco. Perché? 

L’idea era nata dal fatto che in quel momento mio fratello cercava un lavoro e voleva spostarsi in quelle zone. Mio fratello parlava tedesco. Da Verona ci sono treni che vanno verso Monaco. Ovviamente da Verona poteva prendere qualsiasi direzione. Poteva anche essere andato a Napoli dove aveva alcuni legami.

Per quello chiedevamo le celle perché poteva essere andato sia a nord a sud.

Quando vi daranno i risultati delle analisi sui frammenti trovati? 

Dobbiamo aspettare almeno tre-quattro mesi. Abbiamo richiesto e spinto verso l'analisi del Dna per avere una certezza scientifica e poterlo così seppellire in modo dignitoso. Se noi non avessimo fatto la ricerca attraverso l’associazione Penelope, per lo Stato Italiano avremmo seppellito prima alcuni frammenti poi forse altri. E questo mi sembra rispettoso nei confronti di una persona.

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