Suor Anna Donelli non è più in carcere: resta indagata per concorso esterno in associazione mafiosa
Suor Anna Donelli non è più agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Brescia revocando la misura cautelare alla religiosa, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa dopo l'inchiesta antimafia della Procura di Brescia.
Nel mirino dell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia c'è la cosca di ‘ndrangheta Tripodi: nella giornata di giovedì 5 dicembre sono finite in manette 25 persone. Ma nel dettaglio per cosa è indagata suor Donelli?
Stando alle indagini, la religiosa, mentre era volontaria nel carcere di Brescia, avrebbe veicolato i messaggi tra Francesco Candiloro e Stefano Terzo Tripodi: il primo era in carcere a Brescia con l'accusa di aver partecipato all'omicidio di Marcello Bruzzese e il secondo finito ora tra gli arrestati della recente operazione antimafia.
Non solo: all'interno della casa circondariale avrebbe anche evitato controversie sempre a favore della famiglia vicina alla criminalità organizzata. Insomma, secondo l'accusa, la religiosa trasmetteva "ordini, direttive, aiuti morali ai soggetti sodali e contigui al sodalizio reclusi in carcere". Secondo gli atti del Tribunale tra la suora e Stefano Tripodi ci sarebbe stato un "patto", ricostruito dagli inquirenti tramite le intercettazioni.
Dal giorno del suo arresto, Anna Donelli si sta difendendo dalle pesanti accuse. A seguirla è l'avvocato Robert Ranieli, che in una intervista rilasciata al Corriere della Sera ha fatto sapere: "Chi la conosce bene non può accettare di credere a una sua intenzionalità rispetto ad accuse così infamanti. Come avvocato mi riservo di studiare attentamente le carte ma a una prima lettura non vedo prove dirette e concrete, solo chiacchiere da parte di altri che possono indurre a pensare quello che non è".