Suicidio Luca Ruffino, l’autopsia conferma che il presidente di Visibilia non soffriva di gravi malattie
Nessuna evidenza di gravi malattie. È questo il primo elemento emerso durante l'autopsia eseguita questa mattina, giovedì 10 agosto, sul corpo di Luca Giuseppe Reale Ruffino. In seguito al suo suicidio, avvenuto nella serata di sabato 5 agosto nel suo appartamento milanese in via Spadolini, era stato ipotizzato che l'imprenditore lecchese presidente della holding Visibilia si fosse tolto la vita perché affetto da una grave patologia. Questa ricostruzione era stata già smentita da inquirenti e personale della squadra mobile, e con i risultati dell'autopsia verrebbe del tutto scartata.
Luca Reale Ruffino non era malato
Secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, dai primi rilievi sul corpo di Ruffino non sarebbero emersi evidenze di gravi malattie. L'esame autoptico era stato disposto dalla Procura proprio per escludere che l'imprenditore 60enne avesse una malattia che avrebbe potuto dare una motivazione al gesto estremo compiuto nella camera da letto del suo appartamento.
I quesiti posti dai pm Giuseppina Gravina e Daniela Bartolucci riguardano anche l'orario del decesso di Ruffino. A scoprire per primo della morte del presidente di Visibilia era stato suo figlio Mirko, allarmato da una chiamata ricevuta dalla compagna dell'uomo. Era quasi la mezzanotte tra sabato e domenica 6 agosto e Ruffino si era tolto la vita sparandosi con la sua Beretta 98FS regolarmente detenuta.
Si indaga sull'ipotesi di reato di istigazione al suicidio
L'indagine della Procura è incentrata sull'ipotesi di reato di istigazione al suicidio. I figli di Ruffino, intanto, hanno definito il gesto del padre "un evento inaspettato, imponderabile". Inoltre, i due, Mattia e Mirko, hanno deciso di non nominare alcun esperto che prendesse parte all'esame autoptico svolto all'Istituto di Medicina legale di Milano, riponendo piena fiducia nell'operato della magistratura.