Suicidio Davide Paitoni, l’ultima telefonata al padre: “Mi ha detto di farmi la mia vita e stare bene”
Davide Paitoni, la mattina prima di togliersi la vita, avrebbe parlato al telefono con il padre. L'uomo si trovava in carcere a San Vittore, a Milano, con l'accusa di aver ucciso il figlio di 7 anni. A questo efferato gesto, si aggiungevano il tentato omicidio dell'ex moglie e prima ancora quello di un collega. In base a quanto riportato dal giornale locale "La Prealpina", il padre Renato aveva ottenuto il permesso di salutare il figlio.
Il padre: Mi ha detto di farmi la mia vita
Ogni settimana poteva telefonarlo e ogni venerdì andava a trovarlo a Milano: "L'ho sentito lunedì e mi ha detto di stare bene". L'uomo, che ha lasciato la casa di Morazzone dove era stato ucciso il bimbo per trasferirsi a Varese, ha raccontato che il figlio gli avrebbe detto: "Mi trattano veramente bene, non posso dire niente. Sono bravi". Gli avrebbe anche chiesto di farsi la sua vita e di stare bene.
Il giorno prima era stata rigettata la perizia psichiatrica
Dopo quell'ultima telefonata avrebbe commesso il gesto estremo. Sempre in quel lunedì avrebbe saputo che la richiesta di perizia psichiatrica, che era stata presentata dal suo avvocato difensore, era stata respinta. Non è chiaro quindi se vi sia un collegamento tra le due cose. In base alle informazioni pervenute a Fanpage.it, l'uomo sarebbe morto "per mancanza di aria". Il suo corpo è stato trovato sotto le lenzuola.
L'omicidio del figlio la notte di Capodanno
L'uomo aveva ucciso il figlio la notte di Capodanno: si trovava agli arresti domiciliari a casa del padre per il tentato omicidio del collega. Dopo aver sgozzato il piccolo e aver nascosto il suo corpo in un armadio, si era dato alla fuga. I carabinieri lo avevano rintracciato e arrestato al confine con la Svizzera.