video suggerito
video suggerito

Studenti spiati durante gli esami, Bocconi multata per 10mila euro: per la Cassazione sono pochi

L’Università Bocconi era stata multata dal Garante per la Privacy per aver usato software per controllare gli studenti durante gli esami a distanza senza informali in modo corretto. La sanzione era stata ridotta in Appello da 200mila a 10mila euro, ma per la Cassazione non è stata valutata in modo corretto la questione del trattamento dei dati biometrici.
A cura di Enrico Spaccini
48 CONDIVISIONI
Immagine

La Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale Civile che nel 2022 aveva ridotto drasticamente la multa che il Garante della Privacy aveva comminato all'Università Bocconi di Milano, riducendola da 200mila a 10mila euro. Era stato uno studente a segnalare all'autorità che l'ateneo durante il periodo di Covid-19 stava usando un paio di software per controllare la correttezza dei test svolti a distanza. In un primo momento, l'Università era stata multata per 200mila euro, poi ridotta a 10mila. Per i giudici della Cassazione, però, non sarebbe stata valutata in modo adeguato la questione relativa al trattamento dei dati biometrici degli studenti.

I software usati dall'Università Bocconi

Era l'aprile del 2020 quando uno studente italo-inglese aveva presentato un'istanza al Garante della Privacy. Il giovane aveva segnalato che la Bocconi stava usando un sistema di supervisione durante lo svolgimento delle prove scritte d'esame a distanza per verificare il comportamento degli studenti.

Il sistema si basava su due software sviluppati dalla società americana Respondus. Il primo, chiamato Respondus Monitor, si occupava di catturare i video e lo schermo dello studente contrassegnando i momenti che riteneva insoliti. Il secondo, LockDown Browser, veniva usato per inibire alcune funzionalità dei dispositivi in uso agli studenti.

Quando la prova giungeva a termine, il sistema elaborava i video e inseriva segnali di allerta nei casi di possibili comportamenti scorretti. Inoltre, riusciva anche a stilare una lista di priorità che permetteva ai docenti di valutare le eventuali azioni non corrette degli studenti.

La multa da 200mila euro

Accertato il funzionamento del sistema, il Garante della Privacy nel 2021 aveva deciso di sanzionare l'ateneo per 200mila euro. Secondo l'autorità, gli studenti non erano stati informati in modo corretto in merito al funzionamento dei programmi e sull'effettivo trattamento dei loro dati personali.

I dirigenti della Bocconi si sono difesi dicendo che l'informativa che era stata inviata agli studenti conteneva un link che li avrebbe condotti alla guida sul trattamento dei dati. Tuttavia, il Garante ha fatto notare che quel link in realtà rimandava a informazioni generiche e che sarebbe stato omesso di comunicare che i dati sarebbero stati inviati negli Usa.

Il ricorso in Appello e la decisione della Cassazione

Pagata la multa, l'Università ha presentato ricorso. Il Tribunale Civile ha ribaltato la sentenza nel 2022, sostenendo che "la mera acquisizione di una foto non configura un trattamento di dati biometrici". Inoltre, quelle informazioni sarebbero state trattate solo dai docenti. Così, la sanzione era stata ridotta a 10mila euro.

Per la Cassazione, però, era "palese che le riprese foto e video realizzate da Respondus non hanno solo la funzione di documentare la prova di esame". Anzi, riporta Il Giorno, sarebbero state fatte proprio per la successiva elaborazione e selezione del materiale, in quanto alla fine ci sarebbe la produzione di un video finale.

Dunque, sostengono i giudici, il Tribunale non avrebbe considerato "l'autonomo e articolato trattamento dei dati biometrici acquisiti ed elaborati dallo stesso software". Per questo motivo, l'intero procedimento sarà da rifare.

48 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views