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Studentessa con sclerosi bocciata per 4 insufficienze, riammessa dal Tar: “La scuola non l’ha aiutata in tempo”

Una studentessa con sclerosi multipla del Lodigiano era stata bocciata per 4 insufficienze. Il Tar l’ha riammessa perché la scuola non ha attivato il Piano didattico personalizzato in tempo.
A cura di Enrico Spaccini
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Il Tar della Lombardia ha cancellato il provvedimento di non ammissione che nel 2023 aveva colpito una studentessa di un istituto scolastico di Lodi. La ragazza, alla quale era stata diagnosticata a febbraio la sclerosi multipla, era stata bocciata a causa di quattro insufficienze (un 4 e tre 5). Secondo i giudici del collegio presieduto da Daniele Dongiovanni, se la scuola avesse attivato in tempo il Piano didattico personalizzato previsto in questi casi, avrebbe potuto colmare le lacune.

L'annullamento della bocciatura risale all'8 settembre 2023, quando il Tribunale amministrativo regionale ha accolto la richiesta dei genitori della studentessa ammettendo, con riserva, la ragazza nella terza classe del liceo. La decisione, però, è stata resa definitiva solo lo scorso 9 maggio, quando è stata discussa nel merito.

Il Pdp approvato in ritardo

Stando a quanto ricostruito, la diagnosi della patologia del sistema nervoso centrale era arrivata a febbraio del 2023. La scuola ne era venuta a conoscenza pochi giorni dopo e il 7 marzo viene deliberato, durante una riunione d'istituto, la predisposizione di un Piano didattico personalizzato (Pdp) "in coincidenza con il periodo di assenza per malattia". Questa, sostengono i giudici del Tar, era la prova che anche per la stessa scuola era chiaro che "l’alunna richiedesse una speciale attenzione".

Il Pdp, però, è stato approvato solo due mesi e mezzo più tardi. Era ormai il 30 maggio e la fine dell'anno scolastico era prossimo. Così la studentessa, che anche a causa della malattia, con tutto quello che ne consegue, e delle assenze, è arrivata allo scrutinio finale con quattro insufficienze ed è stata bocciata.

La decisione del Tar

Venuto a conoscenza della non ammissione alla terza classe di liceo, il padre della studentessa fa ricorso al Tar sostenendo che la scuola "non abbia tenuto in adeguata considerazione la particolare condizione" della figlia né "abbia attivato sufficienti strategie di recupero delle carenze scolastiche".

Già a settembre alla ragazza è stato concesso, con riserva, di frequentare la classe successiva sospendendo la bocciatura, e ora l'annullamento della non ammissione è diventato ufficiale. Secondo i giudici, infatti, il Pdp se fosse stato approvato nei tempi adeguati avrebbe "potuto condurre a esiti valutativi differenti", considerando anche che "tre delle quattro insufficienze finali non raggiungono la soglia della gravità".

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