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Striscione neofascista a Salò, ma c’è un errore ortografico: “Per un altra Repubblica” senza apostrofo

A Salò è stato esposto uno striscione inneggiante alla Repubblica Sociale, ma presentava un grave errore ortografico: “un altra Repubblica” era scritto senza apostrofo.
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Nella notte tra sabato 23 e domenica 24 settembre a Salò, in provincia di Brescia, era apparso uno striscione di chiaro stampo neofascista, inneggiante a "un altra Repubblica". Peccato, però, che presentasse un grossolano errore ortografico, in quanto mancava l'apostrofo all'articolo indeterminativo declinato al femminile. Il messaggio, peraltro nella città della Repubblica Sociale Italiana voluta da Adolf Hitler e guidato da Benito Mussolini tra il settembre 1943 e l'aprile 1945, era comunque chiaro. Tanto che l'ampi ha ugualmente protestato.

Lo striscione neofascista con errore ortografico

A poche centinaia di metri dal Museo di Salò, che ora ha anche una sezione dedicata a "L'ultimo fascismo. 1943-1945. La Repubblica sociale italiana", l'altra notte è comparso ed è rimasto esposto per qualche ora un lenzuolo bianco con la scritta in nero, ovviamente in caratteri cubitali e con tanto di decorazione a forma di fascio littorio: "Per un altra Repubblica". L'allusione, neanche troppo velata, era chiaramente alla Repubblica Sociale Italiana.

Ma, se possibile, ad attirare ancora di più l'attenzione – oltre al fatto che ci sia ancora qualcuno che nel 2023 inneggia a una repubblica fascista e alleata dei nazisti – era l'evidente ed elementare errore grammaticale. "Un altra repubblica" senza l'apostrofo che, stando alla grammatica italiana, necessariamente ci vuole quando a essere eliso è l'articolo indeterminativo nella sua versione femminile. "Un altro" si scrive senza apostrofo, "un'altra" con. Una regola elementare (la si impara, o quantomeno viene insegnata, già alla scuola primaria) evidentemente sconosciuta a chi ha scritto quello striscione.

Le proteste dell'Anpi

Il grossolano errore grammaticale, però, non impediva in alcun modo di capire il messaggio per nulla velato dietro quello slogan. E quindi l'Associazione nazionale partigiani ha ugualmente protestato per quello striscione. "Il fatto che manchi l’apostrofo non vuol dire che costoro non sappiano suscitare attorno a loro pericolose nostalgie. Lo sperano, ci credono. Gli equidistanti tacciono", ha dichiarato Dario Bellini, presidente dell’Anpi Medio Garda.

Bellini poi si domanda: "C'è una corrispondenza tra la vecchia rivendicazione all'onore dei repubblichini di Salò rispolverata dall’allestimento del MuSa e questa frase posta nottetempo a pochi metri dal museo salodiano?". E poi risponde: "Nella mente di qualche nostalgico la lucidatura di qualche patacca scovata nei cassetti sembra rispondere di sì".

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