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Striscione fascista appeso a Pavia il 25 aprile, il sindaco: “Uno slogan non cambia ciò che è stato conquistato”

Uno striscione con uno slogan fascista è apparso la mattina del 25 aprile sulla facciata del Municipio di Pavia. Il sindaco Michele Lissia ha pubblicato la foto e commentato la vicenda: “C’è ancora oggi chi sceglie di stare dalla parte sbagliata”.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo striscione appeso fuori dal Municipio di Pavia (foto da Michele Lissia - Facebook)
Lo striscione appeso fuori dal Municipio di Pavia (foto da Michele Lissia – Facebook)

Nella mattinata del 25 aprile, quando in tutta Italia si festeggiava la Liberazione del Paese dall'occupazione nazifascista, sulla facciata di Palazzo Mezzabarba a Pavia è comparso uno striscione che recitava: ‘Il fascismo marcia ancora‘, firmato da Pavia Skins. A pubblicare la foto su Facebook è stato lo stesso Michele Lissia, sindaco della città, che ha commentato: "C’è ancora oggi chi sceglie di stare dalla parte sbagliata. Noi invece, con calma e fermezza, continueremo a stare dalla parte della libertà, del pluralismo culturale, dell’uguaglianza, della democrazia e di tutti i valori contenuti nella nostra costituzione grazie all’antifascismo".

"Ho lasciato passare qualche giorno per rifletterci", ha scritto ancora il sindaco Lissia, "e indirizzare agli autori questo messaggio: non è con un lenzuolo lugubre e uno slogan sconclusionato che si può cambiare quello che è stato conquistato con il coraggio, il sangue e la speranza di un popolo intero". La frase incriminata, scritta su un lenzuolo bianco, era contornata da due simboli di stampo fascista e da una firma: Pavia Skins. Si tratterebbe di un piccolo gruppo di estrema destra che già in passato si è reso protagonista di aggressioni violente in città.

Lo striscione con lo slogan è stato appeso tra le grate di due finestre di Palazzo Mezzabarba, dove ha sede il Comune di Pavia, nella mattinata del 25 aprile e subito dopo rimosso. Il sindaco Lissia non ha specificato se ha segnalato il caso alle autorità o se ha denunciato quando accaduto. Tuttavia, ha voluto dire agli autori di questo gesto "che c'è sempre tempo per cambiare idea, ma soprattutto per crescere umanamente ed evitare di mancare di rispetto a tutte le persone che hanno sofferto vittime del Ventennio fascista e a coloro che hanno dato la vita per restituire – con la resistenza – libertà e democrazia al nostro Paese".

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