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Tenta di strangolare la moglie nel sonno e si butta dal balcone, poi si giustifica: “Sono sonnambulo”

Un uomo ha cercato di uccidere la moglie nel sonno e si è buttato dal balcone. Sopravvissuto, si è sempre difeso dicendo di avere agito per “un attacco di sonnambulismo”. Due perizie finora hanno decretato che l’uomo era in grado di intendere e di volere al momento dei fatti. A processo, forse sarà valutato da un’altra perizia.
A cura di Sara Tirrito
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Immagine di repertorio
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Un uomo, un operaio di 58 anni della provincia di Brescia, ha cercato di uccidere la moglie nel sonno mentre dormiva accanto a lui. Quando la donna si è divincolata, riuscendo a sopravvivere, si è buttato dal balcone riportando gravi ferite. A processo per aver tentato di uccidere la consorte, ha sempre dichiarato di avere agito perché in preda a un "attacco di sonnambulismo". Due perizie sono già state eseguite sul suo caso e hanno dichiarato l'uomo pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Ora potrebbe essere sottoposto a una nuova perizia.

L'attacco di sonnambulismo e il tentato omicidio della moglie nel sonno

I fatti risalgono alla notte tra il 3 e il 4 gennaio 2021. L'uomo, che non aveva precedenti penali né segnalazioni per violenze a carico della moglie, aveva tentato di uccidere la moglie mentre lei dormiva accanto a lui, nella loro casa a Braone, in Valcamonica. La donna si era svegliata di soprassalto con le sue mani intorno al collo e un cuscino sul volto mentre lui tentava di soffocarla.

Con forza era riuscita a divincolarsi, e aveva allontanato il marito, che a quel punto si era gettato nel vuoto dal balcone precipitando sull'asfalto. L'operaio era stato trovato in una pozza di sangue ma ancora vivo, in stato confusionale. Soccorso e portato in ospedale, era stato poi interrogato dai carabinieri della compagnia di Breno. Si è sempre difeso dicendo di aver agito in un attacco di sonnambulismo e di non avere "nessuna intenzione di uccidere" la moglie.

Le perizie e il processo

Il giudice per le indagini preliminari aveva fatto eseguire una perizia per valutare la capacità di intendere e di volere dell'uomo al momento dei fatti, se cioè il sonnambulismo avesse oscurato le sue facoltà mentali. Giudicato pienamente capace di intendere e di volere, gli fu vietato di avvicinarsi alla donna.

La difesa aveva poi chiesto un'integrazione alla perizia, che portasse il parere di un esperto del sonno. Anche in quel caso però l'uomo era stato giudicato cosciente. Il 14 dicembre il caso tornerà in tribunale, dove sarà ascoltata la parte offesa. È possibile che il giudice Roberto Spanò, presidente della prima sezione penale del Tribunale di Brescia, a questo punto disporrà nuovi esami volti a valutare la piena consapevolezza dell'uomo.

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