Strage piazza della Loggia, la Svizzera nega il trasferimento di Marco Toffaloni: “Reato prescitto”
Marco Toffaloni non sarà trasferito a Brescia per il processo che lo vede imputato per la strage di piazza della Loggia. Lo ha fatto sapere il Dipartimento di giustizia e polizia (Dfgp) della Confederazione elvetica al ministero di Giustizia italiano spiegando che in Svizzera il reato di cui l'ormai 66enne veronese è accusato è prescritto. Le autorità svizzere, inoltre, non concederanno nemmeno l'estradizione qualora l'ex militante di Ordine Nuovo dovesse ricevere una condanna definitiva e un mandato d'arresto europeo. Nel frattempo, il processo a carico di Toffaloni, accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage che causò la morte di otto persone e il ferimento di altre 102, prosegue e la prossima udienza è stata fissata per il 14 novembre.
Le accuse nei confronti di Toffaloni
Stando a quanto ricostruito dalla Procura di Brescia, Toffaloni sarebbe uno dei responsabili dell'attentato neofascista del 28 maggio 1974 avvenuto in piazza della Loggia a Brescia. Quel giorno, una bomba esplose tra la folla che si era riunita per manifestare contro il terrorismo nero uccidendo otto persone. L'ex militante di Ordine Nuovo all'epoca aveva 16 anni e, per questo motivo, ora è imputato per strage davanti al Tribunale dei Minorenni di Brescia.
Il processo è iniziato a settembre. Agli atti c'è una foto che vede Toffaloni ritratto a poca distanza dal corpo di una delle vittime e la sua presenza e partecipazione all'organizzazione della strage sarebbe state ribadite anche da alcune testimonianze. Lo scorso 3 ottobre il presidente del Tribunale aveva firmato un’ordinanza con cui aveva disposto il suo accompagnamento coattivo in aula.
La Svizzera non concederà l'estradizione
Nonostante i vari inviti, infatti, Toffaloni non si è mai presentato in aula. Il 66enne da diversi anni ha ottenuto la cittadinanza svizzera e, per questo motivo, il ministero di Giustizia italiano ha chiesto alle autorità elvetiche il suo trasferimento coattivo.
Il Dipartimento di giustizia e polizia elvetico, però, non solo ha negato il trasferimento coattivo di Toffaloni, ma ha anche fatto sapere che, anche in caso di condanna definitiva, non concederà l'estradizione. Il reato per cui è imputato il 66enne è caduto in prescrizione in Svizzera e, sebbene per la giustizia italiana può essere ancora processato, non sarebbe perseguibile per la legge elvetica.