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Strage piazza della Loggia, Governo e ministero dell’Interno riammessi tra le parti civili

La gup di Brescia ha riammesso Governo e ministero dell’Interno tra le parti civili nell’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi. Due settimane fa, la Cassazione aveva bocciato la decisione della giudice presa a maggio di escluderli dal processo sulla strage di piazza della Loggia. L’udienza è stata aggiornata al 30 ottobre.
A cura di Enrico Spaccini
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La strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974
La strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974

La Presidenza del Consiglio e il ministero dell'Interno sono stati ammessi come parti civili nell'udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi. Lo ha deciso oggi, lunedì 16 ottobre, la gup di Brescia Francesca Grassani durante l'udienza preliminare a carico dell'ex esponente di Ordine Nuovo accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974. L'udienza è stata aggiornata al 30 ottobre.

L'esclusione decisa dalla gup

Lo scorso maggio la giudice, su richiesta della difesa, aveva respinto la richiesta del Governo di costituirsi parte civile perché a suo giudizio l'istanza era stata "tardiva". Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, aveva dichiarato che questo era dovuto al fatto di non aver ricevuto l'avviso "riguardante la fissazione dell'udienza preliminare".

Secondo la gup, non ci sarebbe stata la "forza maggiore" che avrebbe provocato il ritardo poiché la data della prima udienza era un "fatto notorio". In questo modo, quello che si sarebbe tenuto a carico di Zorzi sarebbe stato il primo procedimento legato alla strage del '74, che portò la morte di otto persone, in cui il Governo non si sarebbe costituito parte civile.

Il ricorso in Cassazione e la nuova udienza

L'Avvocatura dello Stato, però, ha deciso di impugnare la decisione della gup. Due settimane fa la Cassazione ha accolto il ricorso annullando l'esclusione decisa dalla gup. Così, oggi 16 ottobre, la giudice ha riammesso il Governo e il ministero dell'Interno.

L'udienza è stata quindi aggiornata al 30 ottobre per attendere le motivazioni della decisione della Suprema Corte. Non dovessero arrivare entro quella data, la gup ha già annunciato che si andrà comunque avanti.

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