Strage Paderno Dugnano, la perizia sul 17enne che uccise la famiglia: “Parzialmente incapace di intendere e volere”

"Viveva tra realtà e fantasia". Era solo parzialmente capace di intendere e di volere. Questo è l'esito della perizia psichiatrica disposta dalla gip del Tribunale per i minorenni di Milano, Laura Pietrasanta ed eseguita dallo specialista in psichiatria e in criminologia clinica, Franco Martelli sul ragazzo – allora 17enne, oggi maggiorenne – che nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre scorso uccise a coltellate il padre, la madre e il fratellino di soli 12 anni nella villetta di Paderno Dugnano (Milano) dove vivevano.
Il ragazzo andrà a processo con rito immediato, accusato di triplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Nel provvedimento si legge che il ragazzo avrebbe, infatti, ucciso i familiari colpendoli con un totale di 108 coltellate, inferte soprattutto sul fratello minore. "Non c'è una spiegazione plausibile di quanto accaduto. Il ragazzo ha parlato di un profondo disagio, bisognerà approfondire per capire se si tratti, invece, di un disturbo", aveva commentato all'epoca il suo avvocato.
"Ai miei genitori dicevo che andava tutto bene, ma sentivo un malessere", aveva invece messo a verbale il ragazzo durante l'interrogatorio. "Ero spesso silenzioso, mi sentivo un estraneo rispetto agli altri. Li vedevo come presi da problemi inutili, li percepivo come meno intelligenti. Spesso non mi trovavo bene durante i loro ragionamenti. Volevo cancellare la mia vita di prima. A uccidere ci ho pensato la sera della festa di mio papà, ma non ero convinto. Non ce l'avevo con la mia famiglia. Il problema non erano loro".
Così, in seguito all'interrogatorio e alle dichiarazioni fatte in sede di interrogatorio era stata disposta la perizia psichiatrica sul ragazzo, per valutare la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Quello che è emerso dalle analisi di Martelli sarebbe un vizio parziale di mente, una capacità di intendere e di volere ridotta che potrebbe indirizzare l’esito del processo portando probabilmente a una riduzione di pena per il 18enne. Secondo gli accertamenti condotti dal perito, infatti, il ragazzo avrebbe agito perché "voleva l'immortalità, volevo rifugiarsi in un mondo fantastico" e per raggiungerla era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti, compresa la famiglia: "Viveva tra realtà e fantasia".
La difesa aveva nominato lo psichiatra Marco Mollica come proprio consulente di parte che avrebbe, invece, accertato un vizio totale di mente, ovvero un'incapacità totale di intendere e di volere del ragazzo al momento dei fatti. Gli esiti delle perizie e le conseguenze da queste derivanti saranno discussi nella prossime udienza, attesa per i primi di aprile.