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Strage di via Palestro, indagata una donna: è sospettata di aver guidato la Fiat Uno carica di esplosivo

Un’imprenditrice che vive in provincia di Bergamo è indagata per le stragi di mafia del 1993 a Milano e Firenze. La donna, la cui abitazione ieri è stata perquisita dai carabinieri, è sospettata di essere l’autista che parcheggiò in via Palestro la Fiat Uno carica di esplosivo.
A cura di Francesco Loiacono
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Una donna, una imprenditrice residente in provincia di Bergamo, è indagata nell'ambito delle stragi di mafia del 1993 a Firenze e a Milano. Nello specifico, la donna è ritenuta l'autista che la notte del 27 luglio 1993 guidò e parcheggio davanti al Padiglione di arte contemporanea in via Palestro, a Milano, la Fiat Uno carica di esplosivo che, scoppiando, causò la morte di cinque persone – il cittadino marocchino Moussafir Driss, i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno e l'agente di polizia locale Alessandro Ferrari – e il ferimento di altre tredici.

La svolta nelle indagini è arrivata ieri, mercoledì 2 marzo, quando i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros) di Firenze hanno perquisito l'abitazione della donna nella Bergamasca su ordine dei procuratori aggiunti di Firenze Luca Turco e Luca Tescaroli, che indagano sulle bombe di mafia del 1993 in via dei Georgofili a Firenze, in via Palestro a Milano e a Roma, dove gli attentati di Cosa nostra furono tre, ma senza vittime.  possa aver avuto un ruolo attivo anche nell'attentato di via dei Georgofili: gli inquirenti diffondono ora la foto dell'identikit, e invitano chiunque sia in possesso di informazioni utili a contattare la Procura.

La donna riconosciuta da un testimone

Più volte nelle indagini era emersa la possibile presenza di una "donna dei misteri", una ragazza che sarebbe stata vista da alcuni testimoni in occasione delle stragi a Milano e Firenze. La sospettata ha adesso un nome e anche un volto: si tratta di Rosa Belotti, 57enne residente ad Albano Sant'Alessandro, nella Bergamasca. Nel passato della donna c'è un arresto per reati connessi al traffico di droga. La 57enne venne però poi scarcerata nei primi mesi del ‘93. A chiamarla in causa nell'attentato di via Palestro sarebbe stato il testimone oculare che contribuì all'identikit dell'indagata, identikit che è stato poi incrociato con una foto trovata nel lontano 1993 ad Alcamo, in Sicilia. Il testimone ha riconosciuto in quella foto la donna che vide alla guida della Uno.

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L'indagata, le cui responsabilità dovranno ovviamente essere accertate dalla magistratura, nei prossimi giorni sarà interrogata davanti ai procuratori fiorentini. È accusata di strage in concorso con l'aggravante di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine costituzionale e per agevolare l'attività di Cosa Nostra. Nel frattempo comunque gli inquirenti fiorentini, che ipotizzano che l'indagata possa aver avuto un ruolo, oltre che nella strage in via Palestro, anche in quella degli Uffizi, hanno diffuso il suo identikit invitando chiunque abbia informazioni utili a contattare la Procura.

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