Strage di Samarate, Alessandro Maja chiede perdono al figlio: “Mi sentivo trascurato”
Alessandro Maja, accusato di aver ucciso la moglie e la figlia nella tristemente nota strage di Samarate, ha chiesto scusa in auto al figlio Niccolò, l'unico sopravvissuto. "Ho commesso un reato imperdonabile e chiedo perdono, non so come scusarmi", ha dichiarato l'uomo durante l'udienza del processo. E poi ha fornito una parziale motivazione del suo gesto, ammettendo che il rapporto con la moglie era diventato troppo difficile.
Alessandro Maja chiede scusa
Arrivato presso il Tribunale di Busto Arsizio, Alessandro Maja ha presenziato all'udienza davanti alla Corte d'Assise in cui è imputato e, oltre a rispondere alle domande del Pubblico Ministero, ha voluto rendere dichiarazioni spontanee, in cui si è rivolto in particolare al figlio.
"Nicolò, mi hai conosciuto come padre e forse come padre ti sono piaciuto. Purtroppo la cosa è successa e non si torna indietro, non penso al suicidio", ha dichiarato prima di aggiungere: "Ho commesso un reato imperdonabile e chiedo perdono, non so come scusarmi".
A proposito del rapporto con il padre, il figlio Niccolò in un'intervista a Fanpage.it aveva dichiarato "fino a quella notte è stato un bravo papà". Anche il ragazzo, che è rimasto in ospedale per molti mesi, è però convinto che "l'ergastolo non sarebbe ingiusto, anche se non mi sentirei liberato da quella pena".
Il difficile rapporto con la moglie
Nelle sue dichiarazioni, Alessandro Maja si è poi concentrato nel difficile rapporto con la moglie Stefania Pivetta: "Spendeva troppi soldi e mi sentivo trascurato, se tornavo a casa dopo aver tagliato i capelli non si accorgeva neanche".
Un patologico senso di frustrazione potrebbe quindi essere il movente della strage familiare avvenuta nella notte fra il 3 e il 4 maggio 2022 a Samarate e su cui il processo sta cercando di fare luce.