Strage di piazza della Loggia, il video di Mattarella a Brescia: “Il desiderio di verità non si è fermato”

Per commemorare il 50esimo anniversario della strage di piazza delle Loggia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato a Brescia per ricordare le 8 vittime dell’attentato terroristico di matrice neofascista.
A cura di Matilde Peretto
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Sono passati 50 anni dalla strage di piazza della Loggia a Brescia. Un attentato terroristico cruento che il 28 maggio 1974 ha provocato la morte di 8 persone innocenti per mano di militanti neofascisti. Ogni anno la città commemora questa strage considerata come una delle più gravi degli anni Settanta e della cosiddetta "strategia della tensione". Questa mattina, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato nei luoghi dell'attentato e ha deposto una corona in ricordo delle vittime. Dal palco del Teatro Grande di Brescia ha tenuto anche un discorso dedicato alla commemorazione per il 50esimo anniversario della strage: "Il desiderio di verità e di giustizia non si è fermato".

L'attentato del 28 maggio 1974

Verso le 10 del mattina, in piazza della Loggia a Brescia si stava svolgendo una manifestazione contro il terrorismo neofascista. Centinaia di persone erano scese in piazza, stanche degli attentati, delle morti e della terribile "strategia della tensione". Alle 10:12 si sentì un boato: una bomba nascosta dentro un cestino dei rifiuti esplose colpendo chiunque si trovasse nei paraggi. Le vittime furono 8, il più giovane era un ragazzo di 25 anni, Luigi Pinto. Ma vanno ricordate tutte: Giulietta Banzi Bazoli (34 anni), Livia Bottardi (32 anni), Alberto Trebeschi (37 anni), Clementina Calzari Trebeschi (31 anni), Euplo Natali (69 anni), Bartolomeo Talenti (56 anni) e Vittorio Zambarda (60 anni). I feriti furono 102.

Dopo anni di indagini, depistaggi e processi, la matrice della strage fu attribuita a membri dell'estrema destra dell'epoca, in particolare a persone militanti nell'organizzazione terroristica neofascista di Ordine Nuovo. Insieme a quella di piazza Fontana del 1969 (che provocò 17 morti) e a quella di Bologna del 1980 (85 morti), la strage di piazza della Loggia è considerata uno dei più gravi attentati degli anni di Piombo.

Il discorso del Presidente della Repubblica

Per commemorare i 50 anni dalla strage, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Brescia questa mattina, martedì 28 maggio 2024. È stato accolto da un caloroso applauso e da grida come "Grazie presidente" e "Difendiamo la Costituzione" provenienti dal pubblico. Dopo aver deposto una corona di fiori davanti alla stele che ricorda i caduti del 1974, ha tenuto un discorso.

"L'intento immediato degli attentatori (di piazza della Loggia) era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia. L'obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche. Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall'arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra"

Ha continuato dicendo che in quegli anni, in Italia, c'era chi tramava per riportare un regime autoritario simile a quello fascista. L'estrema destra, secondo il Capo dello Stato, aveva un unico obiettivo: "provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società la sfiducia nella solidità del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista, che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità, costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture".

Ricorda, poi, tutte le stragi avvenute in quel periodo e che hanno provocato la morte centinaia di persone innocenti. "Una sequenza impressionante di eventi sanguinosi legati dall'unico filo dell'eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze". Tuttavia, ha concluso Mattarella, "Il desiderio di verità e giustizia non si è fermato. Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di piazza della Loggia hanno chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia".

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