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Strage di piazza della Loggia a Brescia, la Procura chiede 30 anni di carcere per Marco Toffaloni

La Procura dei Minori di Brescia ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere per Marco Toffaloni. L’ex militante di Ordine Nuovo, che all’epoca della strage della Loggia a Brescia aveva 16 anni, è accusato di essere stato uno degli esecutori materiali dell’attentato.
A cura di Enrico Spaccini
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Piazza dela Loggia dopo lo scoppio della bomba del 28 maggio 1974 (foto da LaPresse)
Piazza dela Loggia dopo lo scoppio della bomba del 28 maggio 1974 (foto da LaPresse)

La pm dei Minori di Brescia, Caty Bressanelli, ha chiesto una condanna a 30 anni di carcere per Marco Toffaloni nel processo che lo vede imputato per la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Secondo l'accusa, il 66enne, che all'epoca dei fatti aveva 16 anni, sarebbe uno degli esecutori materiali dell'attentato che portò alla morte di otto persone e al ferimento di altre 102. La richiesta formulata dalla Procura corrisponde al massimo della pena possibile, in quanto nei processi a carico di minorenni non è previsto l'ergastolo.

Toffaloni nel 1974 aveva 16 anni ed era militante del movimento di estrema destra Ordine Nuovo di Verona. Per l'accusa, sarebbe stato lui a nascondere la bomba in un cestino dei rifiuti in piazza della Loggia, esplosa durante una manifestazione contro il terrorismo nero.

Il processo a carico di Toffaloni si è aperto lo scorso settembre davanti al Tribunale dei Minorenni di Brescia, ma lui non si è mai presentato in aula. Il 66enne, infatti, da diverso tempo ha ottenuto la cittadinanza svizzera e ha cambiato nome. Il ministero di Giustizia italiano ha chiesto alle autorità elvetiche il suo trasferimento coattivo, ma è stato respinto in quanto, per la legge della Svizzera il reato di cui è accusato, anche in caso di condanna, sarebbe comunque caduto in prescrizione.

Durante l'udienza di oggi, giovedì 6 marzo, la pm Bressanelli ha chiesto la condanna per Toffaloni a 30 anni di carcere, in quanto ritenuto essere stato uno degli esecutori materiali della strage. Prosegue, invece, il processo davanti alla Corte d'Assise di Brescia a carico di Roberto Zorzi, anche lui militante di Ordine Nuovo ma maggiorenne al momento della strage.

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