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Strage di Paderno Dugnano

Strage di Paderno Dugnano, le ultime parole dei genitori al figlio 17enne: “Perché hai il coltello in mano?”

Nella notte del 1 settembre un 17enne ha ucciso con 68 coltellate il fratellino di 12 anni e i genitori a Paderno Dugnano (Milano). “È da quest’estate che sto male, ma mi sono sempre sentito diverso da tutti quanti. Li percepivo come meno intelligenti, con problemi da niente”, ha detto al giudice.
A cura di Francesca Del Boca
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Fabio Chiarioni e Daniela Albano
Fabio Chiarioni e Daniela Albano
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"Ho pensato di farlo la sera della festa di compleanno", ha dichiarato il 17enne che tra il 31 agosto e il 1 settembre ha ucciso con 68 coltellate i genitori Fabio Chiarioni e Daniela Albano, 51 e 49 anni, e il fratellino di 12 anni nella loro villetta di Paderno Dugnano (Milano). "Era da tempo che sentivo un malessere, mi sentivo oppresso. Volevo essere libero, pensavo che dopo questo gesto avrei avuto il coraggio di andare via".

L'interrogatorio del 17enne che ha ucciso il genitori e il fratello a Paderno Dugnano

Davanti al gip di Milano Laura Margherita Pietrasanta ha ripercorso ogni dettaglio, ogni movimento di quella maledetta notte dopo che la famiglia si è riunita per celebrare il compleanno di papà Fabio. "Sono stato io a uccidere mia madre, mio padre e mio fratello. Sono andato a dormire con loro, ma sono stato sveglio ad aspettare che si addormentassero. Quando si sono addormentati sono sceso giù, ho preso una maglietta nera e l’ho divisa a metà per impugnare il coltello. Avevo intenzione di pulirlo per incolpare un altro", racconta.

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Le ultime parole dei genitori

La prima vittima è il fratello, che dorme sul fianco rivolto verso la finestra. "Si è svegliato, ha urlato papà. Gli ho tappato la bocca e ho continuato". Poi il 17enne si reca in camera dei genitori, che si sono svegliati per le grida. Accendono la luce e sgranano gli occhi. "Cosa ci fai con il coltello in mano?", gli chiedono appena se lo trovano davanti. Sono le ultime parole dei genitori. "Loro mi hanno detto di stare calmo, sono venuti in camera con me e lì li ho aggrediti".

"Ogni tanto i miei genitori mi chiedevano se c’era qualcosa che non andava perché mi vedevano silenzioso, ma io dicevo che andava tutto bene", sempre il racconto del ragazzo. "Da tempo sentivo un malessere, cercavo una soluzione. È da quest'estate che sto male, ma da mesi mi sentivo distaccato dagli altri. Mi sono sempre sentito diverso da tutti quanti. Li percepivo come meno intelligenti. Ritenevo che si occupassero di cose inutili, vedevano problemi. Forse il debito in matematica può avere influito". E ancora. "Pensavo ad allontanarmi da casa, a staccarmi dai genitori. Volevo chiudere con la mia vita di prima". 

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