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Strage di Paderno Dugnano

Strage di Paderno Dugnano, il 17enne: “Ho pensato di uccidere già la sera prima, ma non ero convinto”

La gip Pietrasanta che ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 17enne che ha ucciso la sua famiglia lo scorso 1 settembre a Paderno Dugnano (Milano), nell’ordinanza ha sottolineato la tendenza del ragazzo ad “aggiustare la versione dei fatti”. Tra questi, il momento in cui avrebbe pensato di agire.
A cura di Enrico Spaccini
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Durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, al termine del quale la gip Laura Margherita Pietrasanta ha disposto la custodia cautelare in carcere, il 17enne accusato della strage della sua famiglia ha ripercorso quanto accaduto nella loro villetta di Paderno Dugnano (nella Città Metropolitana di Milano) la notte tra il 31 agosto e l'1 settembre. Una ricostruzione che è iniziata con il racconto delle vacanze estive, quando il suo senso di "estraneità", soprattutto verso la famiglia, si sarebbe acuito fino ad arrivare al pensiero, poi messo in atto, di uccidere suo fratello e i suoi genitori per sentirsi "libero" e rendersi "autonomo". "Già la sera prima volevo farlo ma non ero convinto", aveva detto il 17enne al pm, "il pensiero mi è rimasto dentro tutto il giorno, poi è esploso e l’ho fatto".

Il racconto della strage

La sera del 31 agosto si era festeggiato il compleanno del padre del 17enne. Per diverse ore amici e parenti hanno mangiato, bevuto e scherzato tutti insieme, in un clima apparentemente disteso. "È stata la sera della festa che ho pensato di farlo", ha detto il ragazzo alla gip durante l'interrogatorio di convalida. "Il primo che dovevo colpire era mio fratello", ha spiegato il 17enne, ricordando come il 12enne, dopo essere stato colpito una volta mentre dormiva sul suo letto, sarebbe riuscito a gridare chiamando in soccorso il padre.

A quel punto, sarebbe stato lo stesso 17enne a entrare nella camera dei genitori: "Ero davanti a loro con il coltello in mano, mi hanno detto di stare calmo", ha raccontato ancora. Il padre e la madre, poi, sono andati nella cameretta dei ragazzi per capire cosa stesse accadendo, e a quel punto il 17enne ha colpito anche loro. I fendenti sono stati in tutto 68. Il primo genitore a essere colpito è stata la madre, poi è toccato al padre quando si è voltato per andare dal figlio minore.

Le versioni fornite dal 17enne

Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, la gip ha sottolineato come, oltre alla "singolare ferocia e l’accanimento nei confronti delle vittime", il 17enne abbia mostrato anche una "propensione a cambiare e ‘aggiustare' la versione dei fatti". Infatti, quando la notte dell'1 settembre i carabinieri hanno raggiunto la villetta di Paderno Dugnano, hanno trovato il ragazzo seduto sul muretto di casa, sporco di sangue e con il coltello in mano. In un primo momento ha pensato di far ricadere le colpe sulla madre, ma poi accusa il padre.

Poche ore dopo, però, il 17enne è crollato e ha confessato tutto. Ma anche in questo caso, ci sarebbero alcuni elementi che andrebbero in conflitto tra loro. Per esempio, l'individuazione del momento esatto in cui avrebbe valutato concretamente la possibilità di uccidere la sua famiglia. All'inizio, al pm ha detto di averci pensato già la sera prima del compleanno del padre "ma non ero convinto, non me la sentivo", poi questo pensiero fisso "è esploso e l’ho fatto". Alla gip, invece, ha detto di aver pensato di accoltellare tutti solo la sera della festa.

Per quanto riguarda il movente, invece, sembra essersi delineata ormai una pista piuttosto chiara. Secondo la giudice, il 17enne aveva un desiderio di rendersi "autonomo" e questo era ostacolato dalla sua famiglia. "Pensavo che distaccandomi dalla mia famiglia avrei potuto vivere in solitaria", ha detto il ragazzo che aveva intenzione anche di andare a fare il volontario in zone di guerra, come in Ucraina: "Pensavo alle guerre e mi commuovevo riflettendo su queste situazioni, tutto ciò non lo vedevo in amici e famigliari", sosteneva, troppo concentrati sulle "cose materiali".

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