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Strage di Paderno Dugnano

Strage di Paderno Dugnano, chiesto il giudizio immediato per il ragazzo che ha ucciso i genitori e il fratellino

La Procura ha chiesto il giudizio immediato per il ragazzo che lo scorso settembre ha ucciso mamma, papà e fratellino nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano. Aveva confessato durante l’interrogatorio: “Ero convinto che così avrei potuto vivere in modo libero”.
A cura di Alice De Luca
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La Procura ha chiesto il giudizio immediato per il ragazzo, all'epoca 17enne e ora maggiorenne, che lo scorso settembre avrebbe ucciso a coltellate mamma, papà e fratellino piccolo nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano, in provincia di Milano.

Gli investigatori avrebbero trovato in camera sua una copia del Mein Kampf di Hitler e i discorsi di Benito Mussolini annotati a matita su un quaderno, accanto ai disegni di aquile romane e fasci littori e agli appunti su lame e coltelli. Negli scorsi mesi il ragazzo è stato trasferito dal Beccaria di Milano al carcere minorile di Firenze e dovrà rispondere dell'accusa di triplice omicidio aggravato dalla premeditazione. Lo scorso ottobre la gip del Tribunale per i minorenni di Milano, Laura Pietrasanta, ha disposto una perizia psichiatrica.

La strage risale alla notte tra il 31 agosto e il 1° settembre 2024: quella sera la famiglia aveva festeggiato compleanno del padre con parenti e amici e, concluse le celebrazioni, tutti erano andati a dormire. Il 17enne però era rimasto sveglio aspettando che i familiari si addormentassero e a quel punto era entrato in azione: impugnato il coltello aveva prima ucciso il fratellino e poi era andato nella camera dei genitori, che nel frattempo si erano svegliati per le urla del figlio piccolo. I due adulti avrebbero tentato di tranquillizzare il ragazzo, che però li avrebbe aggrediti e avrebbe accoltellato prima la madre e poi il padre.

A quel punto il ragazzo aveva chiamato i Carabinieri raccontando che il padre aveva accoltellato la madre e il fratellino: "Sono vivi?", aveva chiesto l'operatore. "No, sono morti, sono tutti morti. Anche mio padre". "Si è ucciso?". "No, sono stato io". I soccorsi, arrivati alla villetta, avevano trovato il 17enne ancora insanguinato e con il coltello in mano.

Gli inquirenti, però, non si erano convinti della versione del ragazzo, che infatti era crollato durante l'interrogatorio con i pm. Confessando l'omicidio, il 17enne aveva spiegato che i genitori gli "stavano addosso", che si sentiva "oppresso", un "estraneo alla famiglia. Ero convinto che così avrei potuto vivere in modo libero, ma ho realizzato subito che non sarebbe stato così".

"Da tempo sentivo un malessere – aveva continuato il ragazzo – e cercavo una soluzione. È da quest'estate che sto male, ma da mesi mi sentivo distaccato dagli altri. Mi sono sempre sentito diverso da tutti quanti. Li percepivo come meno intelligenti. Ritenevo che si occupassero di cose inutili".

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