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Strage di Paderno Dugnano

Strage a Paderno Dugnano, il 17enne che ha sterminato la famiglia resta in carcere: “Può uccidere ancora”

La gip per i minorenni ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per il 17enne che ha ucciso i genitori e il fratellino a coltellate a Paderno Dugnano (Milano). Riconosciuta l’aggravante della premeditazione.
A cura di Francesca Del Boca
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La gip per i minorenni di Milano Laura Margherita Pietrasanta ha convalidato oggi l'arresto e disposto la custodia cautelare in un carcere minorile per il 17enne che nella notte del 1 settembre ha ucciso a coltellate i genitori e il fratellino di 12 anni: per ora, quindi, resta recluso al Beccaria di Milano.

La gip: "Pericolo di recidiva, resta in carcere"

La gip, che ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, nel provvedimento di convalida dell'arresto afferma che il ragazzo "dopo aver elaborato il proposito criminoso e averlo mantenuto fermo nel tempo, ha posto in essere, con singolare ferocia e accanimento nei confronti delle vittime (desumibile dal numero dei fendenti inferti), un triplice omicidio".

E ancora: "La preordinazione dei mezzi, la ripetizione dei colpi unitamente alla particolare condizione emotiva del giovane (che lo stesso ha esplicitato nel corso degli interrogatori) e alla sua propensione a cambiare e "aggiustare" la versione dei fatti inducono poi a ritenere concreto e attuale il pericolo di recidiva" ovvero "il concreto e attuale pericolo che questi possa reiterare, se lasciata libero, analoghe condotte". Il carcere, di conseguenza, resta "l'unica misura possibile" da applicare.

L'interrogatorio del 17enne: "Non ce l'avevo con la mia famiglia"

Nelle scorse ore il Tribunale di Monza ha nominato inoltre un tutore legale per il minorenne, un’avvocatessa brianzola che ha assistito all’udienza di convalida, in attesa che lo studente compia 18 anni (il prossimo 5 ottobre). I nonni, che in quanto parenti delle vittime sono ufficialmente parte offesa, non possono assolvere a questo ruolo. "Ho ucciso perché pensavo in quel momento che potesse essere la soluzione a un malessere che provavo da giorni, ma non ce l'avevo con la mia famiglia", ha dichiarato lo studente durante il colloquio con la gip. "Nei giorni precedenti pensavo anche ad altre soluzioni, come andarmene di casa o arruolarmi in Ucraina".

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