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Stop alla manifestazione anarchica per Alfredo Cospito in piazza Duomo a Milano

Il questore di Milano Giuseppe Petronzi ha vietato la manifestazione di matrice anarchica annunciata per domani, giovedì 29 dicembre, alle 18 in piazza Duomo. “Non è stato presentato il preavviso”
A cura di Francesca Del Boca
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La notizia della manifestazione di matrice anarchica a sostegno di Alfredo Cospito, l'anarchico recluso in carcere a Sassari in regime di 41 bis che da due mesi sta facendo lo sciopero della fame, stava circolando già da ieri. Ma oggi è calato dall'alto lo stop del questore Giuseppe Petronzi: vietato il ritrovo di piazza previsto in piazza Duomo.

"Nessun preavviso per la manifestazione in piazza Duomo"

La motivazione? "La Questura ha notificato il divieto di manifestare nei modi e tempi annunciati ieri in rete dall'area anarchica che, senza presentare preavviso alcuno al Questore, ha indetto una manifestazione per domani 29 dicembre alle ore 18 in piazza Duomo", la spiegazione da via Fatebenefratelli. A maggior ragione in un momento di gran turismo e mercatini di Natale, insomma, la preoccupazione che un raduno in centro possa creare effettivi problemi di ordine pubblico è concreta.

La storia di Alfredo Cospito, l'anarchico in carcere con il 41bis

Alfredo Cospito, militante anarchico accusato della gambizzazione di un dirigente dell'Ansaldo e del tentato attentato contro la scuola Carabinieri di Fossano nel 2006 (gli ordigni a basso potenziale non causarono danni a persone), sta scontando una pena di vent'anni in carcere a Sassari e oggi rischia l'ergastolo per "strage politica contro la sicurezza dello Stato". Detenuto da sei anni, da aprile si trova in regime di 41bis, il cosiddetto "carcere duro" riservato a mafiosi e terroristi. Secondo il tribunale, un modo per contrastare "l’elevato rischio di comportamenti orientati all’esercizio da parte di Alfredo Cospito del suo ruolo apicale nell’ambito dell’associazione di appartenenza". Per questo Cospito, da ottobre, sta portando avanti uno sciopero della fame. Riaccendendo così i riflettori sulla sua storia.

Il regime di "carcere duro" 41bis

Un caso che da settimane è al centro del dibattito nazionale, con discussioni che ruotano intorno alle considerazioni sulla proporzionalità della pena a cui è stato condannato Alfredo Cospito e al senso dell'applicazione di regimi di detenzione estremi come il 41bis. Che prevede una serie di misure estremamente restrittive tra cui isolamento nei confronti degli altri detenuti, la limitazione dell’ora d’aria e dei colloqui con i familiari, con un vetro divisorio e senza possibilità di contatto fisico, il visto di controllo della posta in entrata e in uscita, la privazione di giornali e libri.

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