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Stop al riconoscimento dei figli delle coppie Lgbt, Arcigay: “I diritti stanno diventando privilegi”

“Dobbiamo lottare per i diritti di tutti, che non devono diventare privilegi di pochi”. Intervistata da Fanpage.it, la presidente del Cig Arcigay Milano Alice Redaelli dichiara le intenzioni della comunità Lgbt in merito al riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali.
A cura di Enrico Spaccini
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"Le famiglie arcobaleno hanno sempre vissuto in uno stato di limbo nel nostro Paese, soprattutto dopo lo stralcio della stepchild adoption nel 2016 in quella che è conosciuta come la legge Cirinnà", dichiara Alice Redaelli, presidente del Cig Arcigay Milano. Negli ultimi anni si era, infatti, creato un vuoto normativo nel riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche che il sindaco di Milano Beppe Sala aveva cercato di colmare. Dallo scorso luglio, infatti, aveva deciso di far valere i suoi poteri da capo dell'ufficio di stato civile per permettere la formazione di certificati anagrafici alle coppie con due madri.

Ieri, 13 marzo, il prefetto di Milano Renato Saccone, su impulso del ministero dell'Interno, ha chiesto l'interruzione di questa pratica, stabilendo che d'ora in poi si dovrà obbligatoriamente passare da un Tribunale che deciderà se riconoscere l'adozione in casi particolari al genitore non biologico. Un passo indietro sul tema dei diritti civili che, come afferma Redaelli a Fanpage.it, trova comunque preparata la comunità Lgbt milanese: "Ora l'importante è continuare a lavorare per garantire diritti a tutti e tutte, senza che questi si trasformino in privilegi"

Vi aspettavate questa presa di posizione così forte da parte del ministero e della Prefettura?

Milano, ma anche altri comuni come Bologna, erano visti come baluardi di speranza, dato che permettevano la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali. Si pensava che quanto assodato e fatto negli ultimi anni non venisse cancellato del tutto.

Non si può quindi dire che ce lo aspettavamo, piuttosto eravamo consapevoli di doverci preparare a una battaglia politica per garantire a migliaia di bambini e bambine, già esistenti e che vivono in Italia, i loro diritti e la tutela del benessere di quella che poi è la loro famiglia.

Come intendete agire dal punto di vista politico?

Il sindaco di Milano Beppe Sala è da anni al fianco della comunità Lgbt. Ha preso una posizione molto chiara di cui, al di là dell'imposizione, ha dichiarato si farà carico in quanto primo cittadino di una città ampia e sensibile a queste tematiche.

Poi ci deve essere sicuramente un grande lavoro di aggancio con la classe politica, ma anche di sensibilizzazione del pubblico che spesso viene spaventato dalle strumentalizzazioni di queste tematiche. Dobbiamo far capire loro, anche con iniziative ed eventi, che l'unico vincolo che definisce una famiglia è l'amore che si prova per i suoi membri, e non tanto vincoli di sangue o biologia in senso stretto.

Ora al governo c'è una forza di maggioranza che non ha mai nascosto la sua posizione contraria circa il riconoscimento di determinati diritti alle famiglie arcobaleno. Tra tutti, proprio quelli legati all'adozione e alla genitorialità. Pensate comunque di poter raggiungere risultati nel breve periodo?

Il nostro lavoro sarà continuare a premere su questi temi anche con questo governo. Non si può smettere di lavorare, di cercare di ottenere diritti di ogni cittadino e di ogni cittadina, anche con forze politiche che storicamente strumentalizzano queste tematiche.

Non so se riusciremo a portare a termine questo processo in tempi brevi, l'importante è che le associazioni e la comunità Lgbt continuino a combattere per far vedere che questi bambini ci sono, vivono in Italia e in questo momento sono relegati in un limbo da cui è difficilissimo uscire.

È importante ribadire che ci sono cittadini e cittadine di questo Paese, in questo caso parliamo di famiglie arcobaleno ma si potrebbe estendere anche ad altre tematiche, che in questo momento non godono degli stessi diritti che dovrebbero essere garantiti dallo Stato. E di conseguenza questi diventano privilegi, concessi a una certa classe piuttosto che a un'altra.

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