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Stop ai treni tra Svizzera e Italia: “Pasticcio nel Dpcm, grave danno a migliaia di frontalieri”

Migliaia di pendolari rimasti a piedi e gravi disagi lungo il confine tra Italia e Svizzera, soprattutto nelle province di Como e Varese. È l’effetto, secondo quanto denunciato dalle associazioni dei frontalieri, della decisione del governo svizzero di interrompere temporaneamente il collegamento ferroviario con l’Italia per la difficoltà di rispettare le norme anti Coronavirus. Protesta l’assessore regionale Terzi: “Pasticcio determinato dall’ultimo Dpcm, governo rimedi al danno”
A cura di Simone Gorla
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È polemica sull'interruzione dei collegamenti ferroviari tra Svizzera e Italia. Da giovedì 1o dicembre le autorità elvetiche fermeranno i treni perché, hanno spiegato le Ferrovie Federali Svizzere, non sarebbero in grado di far rispettare alcune norme anti Covid richieste dalle autorità italiane. Il provvedimento riguarda il traffico a lunga percorrenza cosi come quello regionale. I convogli a lunga percorrenza, gli Eurocity, continueranno a circolare in territorio elvetico, ma si fermeranno al confine. La sospensione del servizio è valida fino a nuovo avviso, in attesa di chiarimenti tra i due governi.

Treni interrotti, migliaia di frontalieri restano a piedi

Gravi gli effetti per oltre 5mila dei 70mila lavoratori italiani che viaggiano quotidianamente oltre il confine per lavoro. "Il provvedimento che riguarda tanto il traffico a lunga percorrenza quanto il TILO (Treno Regionali Ticino Lombardia) che, sulla base di quanto comunicato dalle ferrovie svizzere, rappresenterebbe la risposta alle misure di sicurezza previste in Italia dal Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, provvedimenti che le FFS ritengono di non poter soddisfare, metterà a dura prova migliaia tra i nostri lavoratori frontalieri che quotidianamente ne fanno uso", commenta sapere Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri della Cgil. In Lombardia i problemi saranno avvertiti soprattutto nelle province di Como e Varese. Con possibili ripercussioni anche sul traffico stradale ai varchi di frontiera.

Assessore Terzi: Governo rimedi al danno

"L'interruzione dei treni tra Italia e Svizzera, annunciata dalle Ferrovie elvetiche, è figlia di un pasticcio determinato dall'ultimo Dpcm che introduce norme eccessivamente burocratiche per i viaggiatori in ingresso dalla Svizzera. È necessario che il Governo rimedi nel più breve tempo possibile al danno arrecato ai lombardi e in particolare ai frontalieri", ha commentato l'assessore regionale lombardo alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, che si è rivolta al ministero.

"Scriverò al ministro per chiedere interventi rapidi. È del tutto evidente che il Governo abbia emanato delle norme senza valutare le ricadute concrete, e gravi, per i lombardi", ha spiegato Terzi. La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, nelle prossime ore sentirà la sua omologa elvetica "per una soluzione condivisa affinché siano garantiti almeno i servizi minimi essenziali tra i due Paesi". Nel Canton Ticino il tasso di positività dei tamponi resta più alto rispetto al resto della Svizzera. Il che ha imposto di correre ai ripari. Tra i provvedimenti, i bar chiuderanno alle 19, i ristoranti alle 22. Stessa cosa dovranno fare casinò, sale bingo, night club e case per appuntamenti a luci rosse.

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