“Sto dando i sedativi a Diana”: l’audio di Alessia Pifferi che smentisce gli interrogatori
Durante gli interrogatori, Alessia Pifferi ha sempre dichiarato di non aver dato sedativi o tranquillanti alla figlia Diana, morta di stenti nella casa di Milano dove la madre l'aveva abbandonato per sei giorni per raggiungere il compagno a Leffe, in provincia di Bergamo. Un nuovo audio di Whatsapp, però, smentisce la donna, oggi sotto processo per omicidio volontario pluriaggravato. "Ho iniziato a dare le gocce alla bambina per farla rilassare", dice Pifferi in un messaggio inviato a un amica il 22 gennaio del 2022 e quindi ben 6 mesi prima della morte della piccola, che all'epoca aveva soltanto 10 mesi.
Alessia Pifferi dava sedativi alla figlia?
I primi sospetti sulla possibilità che Alessia Pifferi desse sedativi alla figlia, nonostante fosse poco più che una neonata, sono nati non appena è stato ritrovato il corpo della piccola il 21 luglio dello scorso anno. Durante la perquisizione in casa, infatti, gli agenti della Questura di Milano hanno rinvenuto una boccetta di EN. Le benzodiazepine appartenevano a un uomo, un amico di Pifferi, che le utilizzava per dormire e, visto che si fermava spesso lì per la notte, ne aveva lasciata una confezione.
Il dubbio era, quindi, se Diana avesse messo nell'unico biberon che ha lasciato accanto alla figlia, prima di abbandonarla, alcune gocce di tranquillante, visto che nessuno aveva sentito la piccola piangere nei sei giorni che è rimasta da sola in casa. Tuttavia la perizia ha confermato che non vi erano tracce di benzodiazepine nel contenitore per il latte. L'autopsia ha però rilevato piccole tracce di tranquillante nel cornicino della piccola. Tracce così piccole che gli inquirenti hanno ipotizzato si trattasse di un contatto con la sostanza più che di una vera e propria assunzione.
Possibile, quindi, che gliele avesse date in precedenza, nonostante fosse così piccola?
Gli audio di Alessia Pifferi
La giornalista della trasmissione di RaiDue ‘Ore 14' Arianna Giunti ha recuperato alcuni audio in cui, effettivamente, sembra che Alessia Pifferi desse le gocce alla figlia già da quando aveva una decina di mesi. In un primo messaggio su Whatsapp, la donna dice:
"Il problema è uno: la bambina inizia a prendere le gocce ‘per rilassarla' e non va bene. E tra l'altro le ha rigurgitate tutte, ha dormito neanche 40 minuti o mezz'ora".
Un secondo audio invece è indirizzato all'uomo che aveva deciso di interrompere la relazione con Alessia:
"È già tre giorni che ti scrivo, c'è quando leggi, quando non leggi. Non rispondi al telefono. Io ti ho chiamato dopo cinque giorni non per me, ma perché questa bambina sta soffrendo le pene dell'inferno. Sia io che la mia amica che sta qui di notte con me e altre mia amiche con i mariti che vengono qui non siamo più in grado di gestirla. Abbiamo dovuto iniziare a darle delle goccino di EN e abbiamo telefonato in ospedale".
E poi continua Pifferi:
"Tutta questa situazione io non riesco più a capirla, c'è di mezzo la salute psicofisica della bambina. Questa bambina ti cerca, di giorno, di notte, non dorme neanche più. Mangia poco o niente. Allora se tu non vuoi sapere più definitivamente, neanche della bambina, dimmelo. Non è facile per nessuno. Almeno per me non è facile, anche perché vedo mia figlia che è straziata".
Da questo secondo messaggio si intuisce che Alessia Pifferi stia utilizzando circostanza come un possibile elemento per far leva sull'uomo che l'aveva lasciata e che lei voleva riconquistare a tutti i costi. La domanda quindi resta: mente ora durante gli interrogatori o mentiva all'epoca negli audio pur di impietosire l'ex compagno?