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Stilista trovata impiccata a un albero a Milano: assolto in secondo grado l’ex compagno di Carlotta Benusiglio

Marco Venturi, a processo per la morte della ex compagna Carlotta Benusiglio, è stato assolto in secondo grado: i giudici non hanno confermato la condanna di primo grado a sei anni di carcere.
A cura di Giorgia Venturini
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Il luogo del ritrovamento del corpo senza vita di Carlotta Benusiglio a Milano, in piazza Napoli
Il luogo del ritrovamento del corpo senza vita di Carlotta Benusiglio a Milano, in piazza Napoli

I giudice di secondo grado hanno assolto da tutte le accuse Marco Venturi: l'uomo era a processo per la morte della ex compagna Carlotta Benusiglio, trovata impiccata a un albero nei giardini pubblici di piazza Napoli a Milano nel maggio del 2016. Venturi era stato condannato a sei anni di carcere in primo grado perché ritenuto responsabile del reato di "morte come conseguenza di altro reato": secondo l'accusa infatti Carlotta era vittima di stalking e maltrattamenti da parte dell'ex compagno tanto da spingerla alla morte. Ora in Appello sono cadute tutte le accuse: i giudici hanno ritenuto che non ci sono elementi sufficienti per condannare l'uomo confermando così che Carlotta si sia tolta la vita.

Le lunghe indagini sul caso di Carlotta Benusiglio

Le indagini per far luce su quanto accaduto sono andata avanti per anni: nel 2017 i pubblici ministeri avevano archiviato sostenendo la tesi del suicidio ma poi il fascicolo venne riaperto con il pubblico ministero Gianfranco Gallo prima e Francesca Crupi dopo. Nei confronti di Venturi poi era stato avviato il processo con rito abbreviato in cui la pm aveva chiesto una condanna a 30 anni, la stessa condanna che ha chiesto anche in secondo grado. Secondo la Procura infatti la morte di Carlotta sarebbe stato l'ultimo capitolo di una serie di atti persecutori iniziati nel settembre del 2014 e finiti nella tragedia del maggio 2016: "Venturi – secondo quanto Fanpage.it ha potuto leggere dalle carte di indagini della Procura – molestava la ex con telefonate e messaggi anche in orari notturni. Si recava ripetutamente sotto l'abitazione della stessa appostandosi per incontrarla e spiarne gli spostamenti, anche di notte; l'aggrediva sia verbalmente che fisicamente e la minacciava". Alcuni verbali medici mostravano poi che la ragazza, dopo le litigate con il compagno, era andata più volte in ospedale.

Cosa è successo la sera della morte di Carlotta: la versione dell'imputato

L'imputato si era sempre dichiarato innocente: aveva precisato che la sera della morte i due si erano visti, avevano bevuto vari cocktail fino all’ennesima lite conclusa in auto quando Carlotta è scesa e si è allontanata. Venturi a quel punto ha raccontato di averla seguita fino a quando non aveva preso un taxi lasciando la giovane in strada. La famiglia della stilista, appoggiata dal legale Gian Luigi Tizzoni, si è sempre opposta all'ipotesi del suicidio. Al termine della prima sentenza di condanna Giovanna Palazzi, la madre di Carlotta, aveva così commentato: "Sei anni sono pochi, ma non mi interessa. L'importante è che hanno stabilito che era lui, che era quello che sapevamo. Poi non mi interessa se fa un anno, due, tre o venti. Non sono cattiva dentro". Ora però Marco Venturi è stato assolto.

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