Stilista trovata impiccata a Milano, non arriva la sentenza per l’ex fidanzato: chiesa nuova perizia
Sono trascorsi sei anni dalla notte del 31 maggio del 2016 quando Carlotta Benusiglio è stata trovata impiccata a un albero in piazza Napoli a Milano. E bisognerà ancora aspettare prima che si arrivi a una conclusione: oggi infatti non è stata emessa alcuna sentenza. È stato infatti disposto un ulteriore rinvio perché è stata richiesta una nuova perizia informatica sui video relativi a quella sera. Per il giudice dell'udienza preliminare non vi sono prove sufficienti ad oggi per arrivare a una sentenza. Nel caso è imputato l'ex fidanzato di Carlotta, Marco Venturi. L'imputato era assente in aula, così come per tutto il processo.
Quasi sei anni di indagini
Le indagini sono durate sei anni, nel corso dei quali vi sono stati diversi tentativi di archiviazione: nel 2017 il primo pubblico ministero – le indagini sono state affidate a tre pm diversi negli anni – ha chiesto l'archiviazione per suicidio. A chiedere la riapertura del caso e a sostenere la tesi di omicidio era stato poi il pubblico ministero Gianfranco Gallo. Tesi appoggiata anche dal terzo pm Francesca Crupi che ha rappresentato l'accusa durante il processo: al giudice per le indagini preliminari aveva chiesto una condanna a 30 anni di carcere per Venturi accusandolo di aver ucciso Carlotta "per futili motivi, con dolo d'impeto, stringendole al collo una sciarpa oppure il proprio braccio". Tesi invece smentita in aula dai legali di Venturi, gli avvocati Andrea Belotti e Veronica Rasoli. Certo è che da quanto letto sulle carte del pubblico ministero e stando a quanto confermato a Fanpage.it anche dalla famiglia di Carlotta, la giovane stilista era vittima di una serie di atti persecutori iniziati nel settembre del 2014: "Venturi molestava la ex con telefonate e messaggi telefonici anche in orari notturni. Si recava ripetutamente sotto l'abitazione della stessa appostandosi per incontrarla e spiarne gli spostamenti, anche di notte; l'aggrediva sia verbalmente che fisicamente e la minacciava". L'ex fidanzato era arrivato persino a provocarle un trauma cranico nel gennaio del 2015.
La sorella di Carlotta: Vivo una condanna costante
A Fanpage.it la sorella di Carlotta, Giorgia, ha tenuto a ribadire che da quel giorno di sei anni fa la sua vita e quella della madre è "una condanna costante. Non c'è giorno in cui non pensi a mia sorella, in cui non vorrei parlare con lei, condividere le mie gioie e i miei dolori. Io e mia madre stiamo vivendo una condanna da cinque anni e siamo consapevoli che vivremo questa condanna per sempre. Cambierà poco. Ma solo una volta ridata dignità a mia sorella noi famigliari potremmo iniziare a lavorare sulla perdita e sull'accettazione. Riusciremo a tornare a vivere una vita il più possibile normale".