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Stilista trovata impiccata a Milano, i giudici: “Nessuna persecuzione da parte dell’ex compagno”

Carlotta Benusiglio era stata trovata senza vita la notte del 31 maggio 2016 in piazza Napoli a Milano. Il suo ex compagno era finito a processo per “morte come conseguenza di altro reato”, ovvero stalking, ma è stato assolto in secondo grado “perché il fatto non sussiste”.
A cura di Enrico Spaccini
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Carlotta Benusiglio
Carlotta Benusiglio

Marco Venturi è stato assolto in secondo grado da tutte le accuse "perché il fatto non sussiste". Il 47enne era imputato per la morte della sua ex compagna, Carlotta Benusiglio, trovata senza vita la notte del 31 maggio 2016 impiccata con una sciarpa a un albero nei giardini di piazza Napoli a Milano. Secondo la Corte d'Assise d'Appello le "prove raccolte si dirigono tutte, senza eccezioni, verso l'atto anti-conservativo": la stilista, quindi, si sarebbe tolta la vita e la presunta "persecuzione" messa in atto da Venturi è "inesistente".

La sentenza di primo grado

Sono state rese note le motivazioni per le quali i giudici d'Assise lo scorso 11 ottobre hanno assolto Marco Venturi. Nel giugno 2022 il 47enne era stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione.

La gup Raffaella Mascarino aveva derubricato l'ipotesi di reato da omicidio a morte come conseguenza di altro reato. In particolare, Venturi avrebbe sottoposto Benusiglio a due anni di vessazioni, sia fisiche che psicologiche, e minacce che avrebbero poi portato la 37enne a togliersi la vita.

Le motivazioni dell'assoluzione in secondo grado

Lo scorso ottobre la Corte d'Assise ha, invece, escluso sia l'ipotesi dell'omicidio (sostenuta dalla famiglia della stilista) sia quella di stalking. Per i giudici, non sarebbe "possibile desumere che Carlotta Benusiglio fosse persona succube al volere altrui, né di Venturi né degli altri con cui intratteneva relazioni".

Quindi i due avrebbero trascorso quella sera di maggio insieme "volontariamente e consensualmente" in giro per locali, "culminata con un litigio di coppia" e con il suicidio della 37enne. "Nessuna causa esogena, nessuna mano omicida è mai intervenuta a provocare la morte di Carlotta Benusiglio", hanno ribadito i giudici della Corte, "che è stata, oltre ogni dubbio ragionevole, il tragico portato di un gesto autolesivo".

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