Stefania Rota, trovata morta dopo un mese e mezzo: il cugino l’avrebbe uccisa con un batticarne
Ivano Perico avrebbe ucciso la cugina Stefania Rota con un batticarne: a rivelare questo elemento è il quotidiano Il Corriere della Sera. Nelle ultime ore sarebbe emerso che il 61enne avrebbe ucciso la donna per motivi legati ad alcuni immobili di famiglia. In particolare modo, alla base ci sarebbe un condono edilizio per un capannone di proprietà della donna. La questione è ancora molto ingarbugliata e l'unico a poter sciogliere la matassa è proprio l'indagato. L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti al giudice per le indagini preliminari, ma i suoi legali Stefania Battistelli e Piero Pasini assicurano che il loro cliente è pronto a raccontare quanto accaduto al pubblico ministero.
L'avvocato: Perico è psicologicamente fragile
Sembrerebbe che al centro della discussione ci fosse un magazzino, che sarebbe stato affittato a una società edile, che avrebbe una parete molto vicina alla casa del 61enne. E da qui ne sarebbe nata un'accesa polemica culminata poi nell'omicidio. Nella giornata di ieri, mercoledì 17 maggio, Perico ha incontrato i suoi avvocati Stefania Battistelli e Piero Pasini. Il legale Pasini ha spiegato a Fanpage.it che l'uomo è psicologicamente molto fragile e non sembrerebbe ancora reso conto di quanto accaduto. Gli avvocati già ieri hanno smentito categoricamente il movente passionale: "Si deve liberare di un peso. Ha perso la testa, qui si parla di un dolo d'impeto".
La dinamica
Per gli investigatori la 62enne sarebbe morta l'11 febbraio. Da quel giorno si sono interrotte le comunicazioni con Perico stesso e con le amiche. Ed è sempre dell'11 febbraio, l'ultimo aggiornamento del diario della vittima. In quelle stesse pagine la donna avrebbe scritto un avvertimento: di stare attenta proprio al cugino. A incastrare il 61enne sarebbero stati i tentativi di depistaggio: la vittima è stata trovata un mese e mezzo dopo, in avanzato stato di decomposizione. La porta era chiusa a chiave, ma all'interno non sono state trovate né le chiavi né la borsa né il cellulare della donna.
In un primo momento non c'era alcuna traccia dell'automobile: questa è stata trovata alcuni giorni dopo e le analisi hanno permesso di trovare alcune tracce. Dalle investigazioni è emerso che l'auto è stata spostata più volte. Sarebbe stato proprio Perico a farlo: il tracciato del Gps dell'auto sarebbe sovrapponibile alle celle telefoniche agganciate dal cellulare dell'uomo.