Stefania Rota, trovata morta dopo quasi un mese e mezzo: arrestato il cugino
È stato arrestato il cugino di secondo grado di Stefania Rota, la donna di 62 anni che è stata trovata morta lo scorso 21 aprile nella sua abitazione di via XI Febbraio, al civico 28, del comune di Mapello che si trova in provincia di Bergamo. La misura è stata eseguita dai carabinieri di Bergamo su ordine del giudice per le indagini preliminari.
I carabinieri, coordinati dalla Procura, hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico del cugino di secondo grado, un 71enne, che vivrebbe a Mapello (Bergamo).
Il ritrovamento del cadavere
Il cadavere di Rota è stato trovato il 21 aprile sul tappeto del soggiorno di casa sua: era in posizione supina e in evidente stato di decomposizione: da un primo esame, non sembravano esserci segni di lesioni esterne. In un primo momento si pensava addirittura che fosse morta per un malore e, per questo motivo, era stato disposto il nulla osta per il seppellimento.
Durante il sopralluogo, i carabinieri hanno però notato che mancavano le chiavi di casa nonostante la porta di ingresso fosse chiusa con più mandate, non c'era il cellulare né il portafoglio. Inoltre l'auto della vittima non era parcheggiata nel garage sotto casa. Tutti particolari che hanno spinto l'autorità giudiziaria a disporre il sequestro della salma e richiedere l'autopsia.
Il mistero dell'automobile e l'autopsia
Poche ore dopo il ritrovamento del corpo, i militari hanno trovato l'automobile – una Ford Fiesta blu – che era stata parcheggiata a qualche centinaia di metri dalla sua abitazione. Dal tracciato gps dell'antifurto satellitare, sono emersi ulteriori dettagli: gli inquirenti hanno collocato la morte di Rota nel giorno dell'11 febbraio scorso, ma proprio il tracciato ha rivelato che l'auto è stata utilizzata anche nelle settimane successive.
Gli investigatori hanno trovato un diario in casa della donna: la vittima ha smesso di scrivervi proprio l'11 febbraio. Scorrendo le pagine, i carabinieri scoprono che Stefania metteva in guardia se stessa da un uomo: il cugino che è stato poi arrestato. Nel frattempo dall'autopsia sono emerse alcune fratture al cranio, un'ematoma al volto e lesioni alla cartilagine tiroidea tanto che veniva aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario.
L'arresto del cugino
Gli inquirenti hanno concentrato le loro indagini sui legami e le abitudini della 62enne. È emerso che la donna fosse una persona solitaria e con poche frequentazioni. Sentiva però quotidianamente il cugino di secondo grado, con il quale condivideva anche l'amore per la montagna. Ed è stato proprio il comportamento dell'uomo a far insospettire gli investigatori.
A differenza delle poche amiche di Stefania, che l'hanno cercata con insistenza proprio perché non avevano alcuna sua notizia, l'uomo non l'avrebbe più cercata, non avrebbe avvisato le forze dell'ordine e racconta a chi chiede notizie sulla 62enne che la donna sia a mare per assistere una persona. Sarebbe stato proprio lui, secondo gli inquirenti, a spostare l'auto della donna in modo da far credere che fosse ancora in vita.
I carabinieri hanno infatti accertato che i due si sentivano spesso al telefono fino al giorno della morte di Stefania. Quel giorno, il cellulare della vittima sarebbe stato spento. Il tracciato Gps dell'automobile di Rota sarebbe sovrapponibile alle celle telefoniche agganciate dal cellulare del 71enne. Sostanzialmente questo dimostrerebbe che l'uomo utilizzava l'auto della cugina nei mesi successivi all'omicidio. Il 71enne è stato arrestato. Resta sconosciuto il movente dell'omicidio.