Stato di emergenza per la siccità in Lombardia: quanti fondi riceverà la Regione
Scatta lo stato di emergenza in Lombardia fino al 31 dicembre 2022, per fronteggiare la crisi idrica ("La più grave degli ultimi 70 anni", secondo le parole del premier Mario Draghi) che negli ultimi mesi ha messo in ginocchio l'intera regione e tutto il Nord Italia. L'ha deciso ieri il Consiglio dei ministri, di riservare risorse eccezionali a cinque regioni italiane: Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Piemonte. Adesso si attende un decreto ad hoc, che prevede la nomina di un commissario straordinario e l'indicazione delle prime procedure da avviare.
Una decisione che ha accolto le richieste dei governatori regionali. Primissimo il veneto Luca Zaia in aprile; Attilio Fontana per la Lombardia è arrivato dopo due mesi, a metà giugno del 2022. Ma già qualche provvedimento era stato emanato verso il mese di marzo, a fronte di un inverno mite e poco piovoso.
I fondi che riceverà la Lombardia
A quanto si apprende da fonti ministeriali, alla Lombardia saranno destinati 9 milioni; 10,9 milioni per Emilia Romagna, 4,2 milioni per il Friuli Venezia Giulia, 7,6 milioni per il Piemonte e 4,8 milioni Veneto. In totale, per lo stato di emergenza al Nord sono stati stanziati 36 milioni e mezzo. Ma non si esclude che, in un futuro prossimo, le misure possano riguardare anche altre regioni del Centro che hanno già fatto richiesta dello stato d'emergenza (o la faranno nei prossimi giorni) come Umbria, Lazio, Toscana e Liguria.
Cosa succede adesso
In attesa della nomina del commissario, le Regioni in stato di emergenza potranno ottenere rimborsi per le spese sostenute finora. Per i ristori per l’agricoltura invece, che secondo Coldiretti conta al momento ben tre miliardi di euro in danni, bisognerà attendere la dichiarazione dello stato di calamità.
Le misure in Lombardia
Già, in Lombardia, il 24 giugno è stato dichiarato lo stato d'emergenza regionale fino al 30 settembre 2022. Il decreto prevede alcune indicazioni per il risparmio idrico e limitazioni per l’uso dell’acqua potabile, "limitando il suo consumo al minimo indispensabile".