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Spumador vittima di violenze ed estorsioni della ‘ndrangheta, risarcita per 100mila euro

Attilio e Antonio Salerni sarebbero stati gli esecutori materiali di “violenze e minacce nei confronti dei dirigenti” della Spumador spa. La nota azienda di bevande gassate era quindi vittima di estorsioni da parte degli affiliati di ‘ndrangheta al clan Molé. Tra i 34 condannati in primo grado, la pena più alta è per il boss Bartolomeo Iaconis.
A cura di Enrico Spaccini
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La Spumador spa, la società comasca produttrice di bevande gassate dal fatturato annuo che sfiora i 200 milioni di euro, era finita nella morsa di alcuni affiliati di ‘ndrangheta vicini al clan Molé. Per presunta infiltrazione mafiosa era stata disposta l'amministrazione giudiziaria, ora, invece, l'azienda riceverà un risarcimento pari a 100mila euro.

Ieri, lunedì 19 dicembre, la gup milanese Lorenza Pasquinelli ha emesso 34 condanne in primo grado per un totale di 200 anni di reclusione. Parte della maxi inchiesta denominata ‘Cavalli di razza' e coordinata anche dalle direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Firenze, gli imputati erano 37, tre dei quali avevano patteggiato. In totale, invece, l'indagine ha portato ad oggi oltre 100 misure cautelari in tutta la penisola.

I fratelli Salerni e la Spumador spa

Tra le condanne di ieri, la pena più alta è stata inflitta allo storico boss della ‘ndrangheta in Lombardia Bartolomeo Iaconis, condannato a 11 anni e 8 mesi di reclusione. Dagli atti, poi, è emerso che i fratelli Salerni, Attilio (condannato a 8 anni) e Antonio (8 anni e 4 mesi) sarebbero stati gli esecutori materiali di "violenze e minacce nei confronti dei dirigenti" della Spumador spa.

Inoltre, è stata confiscata la Sea Trasporti srl: l'impresa di trasporti riconducile ai fratelli Salerni (già sotto sequestro) che avrebbe ottenuto in via monopolistica la gestione delle commesse "conto terzi" da Spumador.

La giudice Pasquinelli ha poi condannato a 10 anni Michelangelo Larosa, a 9 anni e 4 mesi Michelangelo Belcastro, entrambi parte della Locale di Fino Mornasco con Iaconis.

In manette anche la moglie del boss, Carmela Consagra, ed Elisabetta Rusconi. Entrambe condannate a 7 anni e 8 mesi, secondo le accuse erano intestatarie fittizie di tre società e si sarebbero occupate anche "delle attività di recupero crediti" quando i mariti erano detenuti.

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