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Sposo si ubriaca durante il matrimonio e finisce a processo

Un novello sposo della provincia di Varese è stato denunciato con l’accusa di aver recato danni alla location del ricevimento nuziale e di aver minacciato il personale della struttura. Oggi si apre il processo.
A cura di Francesca Del Boca
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E vissero tutti felici e contenti. Con una tappa in tribunale, però. È successo a uno sposo della provincia di Varese, finito a processo con l'accusa di essersi ubriacato e aver di conseguenza creato scompiglio durante il ricevimento nuziale, minacciando il personale della location e distruggendo alcuni arredi.

Il ricevimento nuziale finito in tribunale

La vicenda, riportata dal quotidiano locale La Prealpina, è avvenuta nel settembre del 2021 in un piccolo comune della zona, affacciato sul lago Maggiore. Prima la cerimonia religiosa, e poi il ricevimento tra gli antichi muri di una villa esclusiva.

È qui che qualcosa, a un certo punto, inizia ad andare storto. All'ennesimo brindisi da parte degli invitati, i cori di gruppo iniziano a farsi pesanti. Prese in giro, urla, insulti, ai presenti e al personale di sala che sta servendo le portate del menu.

Un'atmosfera pesante che avrebbe obbligato la proprietaria della villa a intervenire, nel tentativo di sedare gli animi di sposo e invitati. Non l'avesse mai fatto: in tutta risposta, secondo quando riferito nella querela (poi recentemente sfociata in processo penale), la donna sarebbe stata ricoperta di offese e intimidazioni ("Ti taglio la testa", mimando il gesto dello sgozzamento, "Adesso ammazzo tua madre" e così via).

La furia incontenibile dello sposo

E non è finita. Lo sposo, sotto gli occhi dei parenti sgomenti, in preda all'alcol avrebbe cercato ripetutamente di accedere al piano superiore della villa, nelle stanze private della donna e della sua famiglia, e di aver infine scagliato un arco di ferro contro alcuni arredi della struttura: ad avere la peggio, in particolare, sarebbero stati un tavolo antico con piano in ceramica dipinta e una pianta decennale di gran valore, il cosiddetto "Albero del Drago" della casa.

Oggi sulla testa dello sposo, difeso dall’avvocato Mauro Dalla Chiesa, piomba il procedimento penale: è deciso più che mai a confutare questa versione dei fatti.

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