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Spia ragazze con telecamere nascoste in bagno: 64enne milanese patteggia 1 anno e 4 mesi

Un milanese di 64 anni, che era accusato di aver spiato con telecamere nascoste le ragazze a cui affittava le stanze di casa sua, ha patteggiato una pena di un anno e 4 mesi per “interferenze illecite nella vita privata”. Era stata una delle inquiline a scoprire le microcamere e denunciare tutto alla polizia.
A cura di Redazione Milano
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immagine di repertorio
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Ha patteggiato 1 anno e 4 mesi, con pena sospesa, un 64enne che era accusato di "interferenze illecite nella vita privata" e a processo a Milano per aver riempito di telecamere le stanze che affittava a ragazze.

Inquiline spiate con telecamere segrete: padrone di casa patteggia

Le microcamere erano piazzate persino nel bagno per filmare "a più riprese immagini di intimità" di almeno tre giovani, mentre altre due inquiline, nel marzo 2019, erano riuscite per caso a scoprire l'esistenza di quelle telecamere e a denunciare.

Le microcamere scoperte da due ragazze

L'uomo secondo quanto ricostruito dalle indagini avrebbe filmato a lungo tre giovani inquiline. Alla fine, nel marzo 2019, altre due ragazze avevano scoperto per caso le telecamere e denunciato tutto. L'uomo, come ha spiegato ai magistrati una delle giovani, proponeva l'affitto nell'appartamento di viale Fulvio Testi, a Milano "attraverso un profilo che non corrispondeva ai suoi dati personali ed utilizzando una foto profilo che non lo ritraeva".

La denuncia delle vittime: Inorridite

Un'altra ragazza cilena, che aveva vissuto in quella casa tra ottobre e dicembre 2018 senza accorgersi di nulla, si è riconosciuta in alcuni video registrati dalle micro camere e che la polizia le ha mostrato. Agli inquirenti ha detto di sentirsi "turbata" perché "l'idea che qualcuno possa aver visionato questo video mi fa inorridire". Con lei in quel periodo abitavano nella casa altre due giovani anche loro vittime, come risulta dalle imputazioni, delle violazioni della loro privacy. All'uomo viene contestata anche l'aggravante "di aver commesso il fatto con abuso di coabitazione".

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