Omicidio di Giulia Tramontano

“Spero solo di non svegliarmi più la mattina”: parla Impagnatiello e la famiglia Tramontano esce dall’aula

“Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e del bambino. Quel giorno con loro anche io me ne sono andato”: lo ha detto Alessandro Impagnatiello al termine della prima udienza che lo vedo imputato per l’omicidio di Giulia Tramontano.
A cura di Giorgia Venturini
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(Ha collaborato Chiara Daffini)

"Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e del bambino. Quel giorno con loro anche io me ne sono andato". Lo ha detto Alessandro Impagnatiello al termine della prima udienza di oggi giovedì 18 gennaio del processo che lo vede imputato per l'omicidio della compagna Giulia Tramontano al settimo mese di gravidanza.

Poi l'imputato in una sua dichiarazione ha precisato: "Non chiedo che queste scuse siano accettate, non posso chiedere perdono, chiedo solo che possano essere ascoltate. Se questa è l'occasione e il luogo per farlo porgo le mie scuse". Queste parole sono state dette in aula da Impagnatiello: quando lui ha preso parola la famiglia Tramontano ha immediatamente lasciato l'aula. "L’unica cosa che faccio è, la sera prima di dormire, sperare di non svegliarmi al mattino dopo", ha concluso l'imputato.

L'avvocata di Impagnatiello: Era la prima occasione per chiedere scusa

L'avvocata di Impagnatiello, Giulia Gerardini, ha precisato che è stato il suo assistito a decidere di chiedere scusa appena ne avrebbe avuto l'occasione, come oggi: "Non si sa spiegare quello che è accaduto, quindi sgomento per quello che è successo. Si sente molto male, era la prima occasione che aveva per parlare con la famiglia. Ha provato a mettere per iscritto il suo pensiero ma prima non ci riusciva. Ha dato alla famiglia anche il tempo per vivere il loro dolore". L'avvocata poi non ha intenzione di svelare se chiederà o meno la perizia psichiatrica.

Alessandro Impagnatiello si trova a processo con giudizio immediato. L'imputato, reo confesso, dovrà difendersi dall'accusa di omicidio volontario aggravato nonché occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale.

Sono state riconosciute tutte le quattro aggravanti contestate dalla pm Alessia Mengazzo e dall'aggiunta Letizia Mannella: ovvero crudeltà, vincolo della convivenza, futili motivi e soprattutto premeditazione, inizialmente esclusa nell'ordinanza di convalida del fermo.

L'avvocato della famiglia Tramontano: Per la famiglia non sono scuse genuine

Subito dopo l'udienza ha parlato anche l'avvocato della famiglia Giovanni Cacciapuoti: "Per loro è stato un dolore essere in aula con l'imputato. Ritengo che la famiglia non raccolga le dichiarazione di Impagnatiello come una scusa genuina".

E poi aggiunge: "Non si è trattato di un signore che ha rigato l'automobile dopo una lite condominiale, si tratta di una persona che ha assassinato una figlia e un nipote".

Cosa è successo nella prima udienza sull'omicidio di Giulia

L'udienza davanti ai giudici della Corte d'Assise è iniziata verso le 9.30: un'ora più tardi sono arrivati i genitori, partiti questa mattina da Napoli. In aula si sono presentati anche la sorella e il fratello accompagnati dall'avvocato Giovanni Cacciapuoti. Da sempre la famiglia tramite il loro legale ha chiesto che venisse riconosciuto l'ergastolo per Impagnatiello: quando l'imputato ha preso parola genitori e fratelli di Giulia hanno lasciato l'aula.

Nella prima udienza di oggi giovedì 18 gennaio i giudici della Corte d'Assise hanno deciso di non accogliere le richieste di costituirsi di parte civile del Comune Senago, dell'Associazione Penelope e dell'Associazione Polis. La decisione è arrivata dopo qualche minuto di camera di consiglio.

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