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Spende 43 euro per due piatti take away in panetteria, Jonathan Bazzi: “Milano è in una spirale degenerativa”

Intervistato da Fanpage.it, lo scrittore Jonathan Bazzi racconta la sua esperienza: una cena take away in panetteria a 43 euro. “Era un posto normalissimo”, ha spiegato, “prima non era così, Milano è cambiata sotto tanti punti di vista”.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scontrino e la cena da 43 euro
Lo scontrino e la cena da 43 euro

Due focacce 10 euro, un fiore di zucca 4 euro e 50, una mozzarella in carrozza 5 euro. È quanto lo scrittore Jonathan Bazzi ha pagato per una cena take away presa in una panetteria in zona Porta Venezia a Milano, in totale 43 euro. "Sinceramente non me lo aspettavo", ha commentato a Fanpage.it, spiegando che comunque si trattava di un "posto normalissimo, su strada, con degli sgabelli come una rosticceria". Ma non si tratterebbe di un caso isolato: "Milano è entrata in una spirale degenerativa per quanto riguarda i costi, dagli affitti ai ristoranti".

Una delle due porzioni comprate da Bazzi a 43 euro
Una delle due porzioni comprate da Bazzi a 43 euro

Almeno era buono?

No. Non sembrava fresco, roba fatta almeno al mattino se non il giorno prima. Di sicuro era lì da ore, un po' secca, fredda.

Quindi non ne è valsa la pena pagare 43 euro.

Direi di no. Certo, sono cose che prendi al volo in panetteria, che magari giustifichi il fatto che hanno cose semplici per la pausa pranzo. Poi, però, le fanno pagare queste cifre.

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Molti hanno commentato facendo notare che i prezzi sono esposti, che quindi è inutile lamentarsi.

Ero di fretta, il posto stava chiudendo. Sono arrivato gli ultimi dieci minuti e alcuni cartellini, tra l'altro, era girati. Alcuni piatti hanno il prezzo al chilo, altri al pezzo. Non ho prestato particolare attenzione.

Per questo motivo sono rimasto sorpreso al momento del pagamento. Non ho detto nulla perché non sto lì a questionare, però, ecco, di certo non ci tornerò.

Il rapporto qualità prezzo, poi, è un problema per Milano. Di recente mi è capitato di andare in un ristorante a Porta Venezia che ha aperto da poco, non di certo un posto stellato. Ma ha dei prezzi molti alti. Per un primo 26 euro, una pizza 24. Come se fosse ormai possibile per locali non raffinati chiedere prezzi di questo tipo.

Cibo caro, affitti alti. Non è sempre stato così a Milano?

Leggendo i commenti ti dicono: "Se non ti sta bene, vai da un'altra parte". Ma questa è la mia città, sono nato a venti minuti dal centro, sono cresciuto qua. Prima non era così, le cose sono molto cambiate, da tanti punti di vista, dagli affitti ai costi. C'è una spirale degenerativa, a fronte di stipendi che non seguono questi aumenti.

Alcuni giorni fa su Twitter hai scritto: "Il cibo è politica". Ti riferivi solo a una questione di dieta, o anche a qualcos'altro?

Il posto dello scontrino da 43 euro è in una zona normalissima, non è in via della Spiga o Montenapoleone. Uno studente che capita lì che si ferma per una pausa pranzo, vede un fiore di zucca venduto a 5 euro. Un quadratino di focaccia grande come un sottobicchiere quasi 5 euro. Chi è che si può permettere di pagare queste cifre per mangiare?

Un discorso è il locale dello chef stellato. Lì lo metti in conto, può essere un'esperienza che una persona fa una volta ogni tanto. Sinceramente non me lo aspettavo. Non sto dicendo che deve chiudere, ma è una cosa che mi ha colpito.

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