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Speleologa ferita da una scarica di sassi rimane bloccata in una grotta: salvata nella notte

La speleologa 60enne era rimasta bloccata nella grotta Abisso Primeros, ferita dalla caduta di alcuni sassi. Una trentina di tecnici del Soccorso Alpino l’hanno tratta in salvo nella notte.
A cura di Enrico Spaccini
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L'intervento del Soccorso alpino (foto da Soccorso Alpino e Speleologico Lombardia - CNSAS)
L'intervento del Soccorso alpino (foto da Soccorso Alpino e Speleologico Lombardia – CNSAS)

La speleologa che ieri pomeriggio è stata colpita da una scarica di sassi nella grotta Abisso Primeros è uscita poco prima delle 2 di stanotte, mercoledì 26 aprile. Con lei c'erano altre tre persone che sono rimaste illese. Al momento dell'estrazione, la donna 60enne era ferita ma cosciente ed è stata trasportata subito dopo in ospedale con l'ambulanza.

L'incidente e l'intervento del Soccorso Alpino

Erano circa le 17 quando alcune pietre si sono staccate dalla parte alta della grotta naturale in località Val Alta, tra Duno e Cassano Valcuvia in provincia di Varese. La speleologa è stata colpita da alcune di queste ed è poi rimasta bloccata all'interno dell'Abisso Primeros.

I tecnici del Soccorso Alpino al lavoro (foto da Soccorso Alpino e Speleologico Lombardia - CNSAS)
I tecnici del Soccorso Alpino al lavoro (foto da Soccorso Alpino e Speleologico Lombardia – CNSAS)

Sul posto sono arrivati in tutto una trentina di tecnici del Soccorso Speleologico lombardo. Per prima cosa hanno predisposto il centro operativo e allestito la linea telefonica per garantire la comunicazione tra l’esterno e l’interno della grotta.  Una prima squadra è riuscita a entrare per prima assistenza tecnico-sanitaria e per valutare anche le condizioni dell'area. La grotta, infatti, è molto stretta e non era esclusa l'eventualità di altri distacchi.

L'arrivo dei medici e l'estrazione

Poco dopo, grazie all'intervento dell’elicottero della Guardia di Finanza decollato da Venegono, sono entrati anche una dottoressa giunta da Premana, un medico e un'infermiera del Soccorso Alpino e Speleologico.

Dopo aver assicurato la speleologa a un estricatore, lo strumento che permette di tenere il corpo immobile e consente movimenti di recupero più agevoli rispetto a una barella, è iniziata la fase di salvataggio. Alla fine, la dottoressa è stata portata in superficie intorno alle 2.

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