Sparatoria Voghera: oggi l’interrogatorio dell’assessore, per il pm potrebbe reiterare il reato
Si terrà oggi, venerdì 23 luglio, l'interrogatorio di convalida dell'arresto di Massimo Adriatici, l'assessore leghista di Voghera che si trova ai domiciliari con l'accusa di eccesso colposo di legittima difesa in relazione alla morte del 39enne Youns El Boussetaoui. Il pubblico ministero a cui è affidato il caso, Roberto Valli, ha chiesto la conferma della misura cautelare per l'assessore perché a suo dire sussisterebbero il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato: in sostanza secondo il pm c'è il rischio che l'assessore "sceriffo", come viene chiamato a Voghera, utilizzi ancora la sua pistola in giro, causando tragedie simili a quelle avvenute martedì sera.
In un video gli attimi dell'aggressione prima dell'omicidio
Intanto in un video agli atti dell'inchiesta si sono visti gli attimi che hanno preceduto lo sparo che è costato la vita al 39enne, papà di due figli che da qualche tempo era in preda a disagio psichico e che vagava da giorni per Voghera, i cui servizi sociali non lo avevano però più in carico. Nelle immagini filmate da una delle telecamere presenti in piazza Meardi si vede l'uomo avanzare barcollando verso l'assessore, intento probabilmente a chiamare la polizia proprio per via di alcuni precedenti atteggiamenti molesti dell'uomo (come riferito nella sua versione da Adriatici), e poi sferrare un pugno all'assessore, che cade all'indietro. A quel punto si vede El Boussettaoui chinarsi, forse per raccogliere qualcosa, e poi avvicinarsi di nuovo verso l'assessore, nel frattempo però uscito dall'inquadratura della telecamera. Ed è proprio in questo istante, mentre entrambi i contendenti sono coperti da un edificio, che è partito il colpo dalla pistola regolarmente detenuta dall'assessore – ex poliziotto – che ha poi causato il decesso di El Boussettaoui, morto a causa di un'emorragia dopo essere stato trasportato in ospedale.
La rabbia della sorella della vittima: Perché la pistola era carica?
Le immagini potranno servire agli inquirenti a capire come mai Adriatici abbia tirato fuori la sua pistola, evidentemente carica, contro un uomo apparentemente disarmato e in quale circostanza abbia premuto il grilletto: se accidentalmente in caduta, come da lui affermato, o in un altro momento. "Mia figlia ha nove anni e mi ha detto ‘come è possibile che sia caduto e il colpo è uscito dalla pistola?' – si è sfogata ieri la sorella della vittima -. È una cosa che capisce una bimba di nove anni. La pistola perché era carica? Perché era in mano?". Sono solo alcune delle domande ancora senza risposta in una vicenda ancora poco chiara.