Sparatoria in panetteria, il figlio del fornaio fermato davanti al commissariato: avrebbe voluto costituirsi

Il figlio del panettiere vagava fuori dal commissariato di Porta Genova, a Milano, quando la polizia lo ha rintracciato: stando alle sue prime ammissioni si trovava lì perché avrebbe voluto costituirsi. Il 21enne, fermato dagli agenti attorno alle 20:30 di ieri, lunedì 17 febbraio, dovrà ora rispondere di omicidio e tentato omicidio aggravati dai futili motivi e il porto illegale dell'arma. Gli inquirenti sospettano che possa essere stato lui a sparare i sei colpi di pistola nella panetteria del padre in piazzale Gambara, uccidendo il 49enne Ivan Disar e ferendo gravemente il 26enne Pavel Kioresko.
Il ragazzo si trova ora nel carcere di San Vittore e non è stato ancora interrogato. Potrebbe essere sentito in giornata dal pm Carlo Parodi. Domani la Procura inoltrerà al giudice per le indagini preliminari la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere. L'interrogatorio davanti al giudice potrebbe tenersi giovedì. L'arma del delitto non è ancora stata trovata e anche Kioresko potrà essere sentito una volta uscito dall'ospedale.
La sparatoria nella panetteria di piazzale Gambara risale alla sera di sabato 15 febbraio, quando attorno alle 18:00 Disar e Kioresko sono entrati nel locale in compagnia di una donna, una moldava di 48 anni. I tre hanno ordinato da mangiare e il fornaio è andato nel retrobottega a scaldare le pietanze. É in quel momento che il killer sarebbe entrato e avrebbe esploso quattro colpi con una pistola calibro 38 contro Disar e due contro l'amico, per poi darsi alla fuga.
La donna a quel punto si sarebbe affacciata fuori dal negozio per chiedere aiuto ma subito dopo se ne sarebbe andata, per poi ricomparire dai Carabinieri. La 48enne è stata quindi accompagnata in questura, dove ha raccontato l'accaduto agli agenti della squadra Mobile, guidati da Alfonso Iadevaia e Domenico Balsamo e coordinati dal pm Carlo Enea Parodi, e ha fornito un primo identikit del killer.
Nel frattempo sono cominciate le ricerche del figlio del fornaio, che sarebbe entrato nell'attività del padre poco prima della sparatoria. Le telecamere lo avrebbero poi ripreso mentre si allontanava velocemente dalla panetteria. La compagna del proprietario, però, aveva escluso che potesse essere stato il ragazzo a premere il grilletto e a uccidere Disar: "É andato via passando dal portone del condominio che affaccia sulla piazza – ha raccontato la donna a Fanpage.it – quando ancora i due signori erano vivi e vegeti, mangiavano e bevevano".