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Sparatoria in panetteria a Milano, la ricostruzione minuto per minuto dell’omicidio

Sabato 15 febbraio, Raffaele Mascia ha sparato sei colpi con una pistola nella panetteria del padre in piazzale Gambara, a Milano. Il 21enne è stato fermato dalle forze dell’ordine con l’accusa di omicidio, tentato omicidio aggravati e porto abusivo di armi. La ricostruzione minuto per minuto di ciò che è successo.
A cura di Giulia Ghirardi
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Ivan Disar, 48enne ucciso nella sparatoria a Piazzale Gambara (Milano)
Ivan Disar, 48enne ucciso nella sparatoria a Piazzale Gambara (Milano)

Sono da poco passate le 18 quando, sabato 15 febbraio, ha fatto irruzione in una panetteria in piazzale Gambara, a Milano, per sparare sei colpi con una pistola calibro 38. Così, Raffaele Mascia, figlio del fornaio, ha ucciso il 49enne Ivan Disar e ferito il 26enne Pavel Kioresko. Subito dopo, il 21enne, si era dato alla fuga prima di essere fermato dalle forze dell'ordine due giorni dopo con l'accusa di omicidio, tentato omicidio aggravati e porto abusivo di armi.

La sparatoria in panetteria e l'omicidio di Ivan Disar

La sparatoria si è verificata nella serata di sabato 15 febbraio, in una panetteria che si trova al civico 4 di piazzale Gambara, a Milano, a pochi metri dalla fermata della Metro 1 della Linea Rossa. "Alle 17:00 circa, è entrato Ivan insieme a un'altra persona. Solo loro due. Ivan lo conoscevo da tempo, abitava in zona. Mi ha chiesto una bottiglia di vino. Stavano attendendo una loro amica. Sono rimasti dentro un'oretta", ha raccontato Matteo Mascia, il titolare della panetteria.

Qualche minuto dopo l'arrivo della donna verso le 17:30, "è passato mio figlio Raffaele che mi ha salutato. Ivan ha chiesto a Raffaele se si ricordasse di lui e Raffaele inizialmente ha detto no, poi ha detto forse, probabilmente ricordandosi di averlo già visto in passato". Dopo la conversazione il panettiere ha raccontato che il figlio si sarebbe allontanato dal negozio.

In quel momento, "la donna mi ha chiesto della focaccia, Sono quindi andato sul retro", ha spiegato il titolare della panetteria. L'uomo si sarebbe recato sul retro del negozio per preparare le ordinazioni, e in quel momento il figlio sarebbe tornato nel negozio e avrebbe sparato con una pistola calibro 38 quattro colpi contro Ivan Disar, 49enne di origini ucraine, e due nella direzione di Pavel Kioresko, il connazionale 26enne al suo fianco, prima di darsi alla fuga e scappare in strada. "Dopo aver chiesto aiuto mi sono allontanata scendendo in metropolitana", ha raccontato la donna che si trovava con Disar e Kioresko in panetteria.

Verso le 18:30 gli agenti della Questura di Milano sono giunti sul luogo per condurre le indagini, insieme agli specialisti della Scientifica per i rilievi. Insieme a loro, anche gli operatori sanitari del 118, che hanno trasferito Disar, considerato dagli inquirenti il "vero" obiettivo del killer, all'ospedale Policlinico dove però l'uomo è morto alcuni minuti dopo il ricovero, e il 26enne all'ospedale San Carlo di Milano dove il ragazzo è stato operato d'urgenza con un intervento chirurgico di asportazione dell'intera milza e dove si troverebbe ancora, ricoverato in prognosi riservata.

I video delle telecamere di sorveglianza: gli spari e la fuga del 21enne

Prima il rumore di spari molto ravvicinati, alle 18.31. Poi la fuga dal retro della panetteria del figlio del fornaio Raffaele Mascia, immortalato mentre nasconde la pistola dietro la schiena e si allontana in tutta fretta. Questo è quanto emerge dal video dalle telecamere di sorveglianza della panetteria in piazzale Gambara.

Secondo quanto è possibile ricostruire dalle immagini delle telecamere, il 21enne sarebbe prima andato a prendere la calibro 38 dal retro della panetteria, dove custodiva anche uno storditore elettrico e una katana, intorno alle 18.26. Poi, due minuti più tardi, avrebbe aperto il fuoco contro i due clienti. Subito dopo, come si vede dal filmato, il ragazzo si sarebbe dato alla fuga scappando dalla porta di servizio con la pistola nella cinta dei pantaloni dietro la schiena, fingendosi un semplice passante. "Sempre alle 18:31 una altro uomo esce dal retro della panetteria – evidentemente il padre dell'indagato – e proferisce il nome Raffaele per due volte", si legge sull'ordinanza di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare che Fanpage.it ha potuto visionare.

Il fermo e l'interrogatorio di Raffaele Mascia

Come emerge dai documenti che Fanpage.it ha potuto visionare, il ragazzo è stato fermato dalla polizia due giorni dopo, alle 20:30 di lunedì 17 febbraio, mentre vagava all'altezza di piazza Venino in direzione del Commissariato di Porta Genova. Stando alle sue prime ammissioni, si trovava lì perché aveva intenzione di costituirsi.

"L'ordine di sottoporre l'indagato a privazione di libertà personale era giunto alcune ore prima dal pm in sede, il quale aveva emesso un decreto di fermo individuando Mascia Raffaele come l'autore dell'omicidio di Disar Ivan", si legge ancora sul documento. La polizia giudiziaria aveva quindi provveduto a dare esecuzione al provvedimento nella stessa serata di lunedì, conducendo il 21enne al carcere di San Vittore.

All'interno della casa circondariale, il ragazzo è stato sottoposto a interrogatorio dal pm nel pomeriggio di mercoledì 19 febbraio. In quella sede, Mascia avrebbe ammesso di aver sparato a Disar e Kioresko. Il ragazzo avrebbe anche raccontato di essere stato minacciato di morte dagli uomini: "Io ammazzo stasera te e tuo padre". A quel punto, ha raccontato, si sarebbe recato sul retro per recuperare la pistola.

"Rientrato nel negozio aveva invitato l'uomo che lo aveva minacciato a uscire. A quel punto, Disar gli aveva detto ‘dai, adesso ti ammazzo‘, mentre l'altro, Kioresko, si era mosso verso di lui. Mascia si era sentito minacciato, aveva chiuso gli occhi e aveva sparato", si legge ancora sull'ordinanza. È anche vero che, però, "non sussistono allo stato attuale elementi concreti, al di là della versione di Raffaele Mascia, per sostenere che le due vittime fossero soggetti pericolosi".

La convalida del fermo

In occasione dell'udienza, celebrata giovedì 20 febbraio, il giudice per le indagini preliminari Luca Milani, ha convalidato il fermo del 21enne e disposto la custodia cautelare come richiesto dal pm Carlo Enea Parodi nell'ambito dell'inchiesta della Squadra mobile. Tra le motivazioni "il pericolo, concreto e attuale, che, se lasciato in libertà, egli possa commettere ulteriori reati della stessa specie di quelli per i quali si procede".

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