Sparatoria in corso Como, chiesta la conferma della condanna per Baby Gang: “Deve scontare oltre 5 anni”
La sostitua procuratrice generale di Milano, Daniela Meliota, ha chiesto la conferma della condanna del trapper Baby Gang. Il 22enne, il cui vero nome è Zaccaria Mouhib è stato condannato in primo grado a 5 anni e 2 mesi per aver partecipato a una sparatoria nel luglio 2022 in Corso Como, durante la quale erano stati colpiti due uomini. Oggi, martedì 4 giugno, data della prima udienza del processo in secondo grado, è stata chiesta la conferma della condanna sia per Baby Gang sia per Simba La Rue (a 6 anni e 4 mesi), altro famoso trapper coinvolto nella stessa sparatoria, ma scarcerato.
La sparatoria in corso Como e la condanna in primo grado
Sono 8 in tutto le condanne di cui è stata chiesta la conferma oggi. Infatti, durante la sparatoria avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio del 2022, avvenuta in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese, 8 giovani avevano sparato ferendo due senegalesi. Tra questi c'erano, appunto, Baby Gang e Simba La Rue. Il primo è stato condannato in primo grado a 5 anni e 2 mesi, mentre il secondo a 6 anni e 4 mesi. Per entrambi è stata chiesta la conferma della condanna da parte della sostituta procuratrice generale di Milano Daniela Meliota, così come per gli altri 6 imputati.
Durante il primo grado di giudizio, i giudici avevano approvato l'impianto accusatorio dell'inchiesta coordinata dalla pm Francesca Crupi e condotta da Polizia e Carabinieri. Tutte le imputazioni era state riconosciute: rapina, rissa, lesioni gravi e detenzione di arma clandestina. Per la più grave, cioè la rapina, la difesa di Baby Gang aveva puntato sul fatto che potesse cadere. Secondo l'accusa, invece, i trapper avevano rubato un marsupio ai due senegalesi, successivamente colpiti con calci, pugni e tre colpi di pistola alle gambe.
Il processo in appello e la prossima udienza di sentenza
In appello, ancora una volta, gli avvocati di Zaccaria Mouhib, Niccolò Vecchioni, Jacopo Cappetta e Giosuè Naso (l'ultimo che si è aggiunto), hanno nuovamente impugnato la contestazione di rapina. Il legale Vecchioni ha spiegato che quel giorno, il gruppo composto dagli 8 ragazzi, aveva portato una pistola perché "era in corso da mesi una faida con un altro gruppo" e Simba La Rue era stato "quasi ucciso nel giugno 2022" e si sentivano "tutti dei bersagli". Il difensore ha aggiunto che non è stata una rapina, ma "quella notte da parte loro ci fu un tentativo di difesa". La prossima udienza per la sentenza è prevista il 9 luglio.